Non sarà la solita Amstel Gold Race. La classica olandese infatti, non disputata nel 2020 per l’avvento del Covid-19, a differenza delle passate edizioni non vedrà né scorrere fiumi di birra né orde di calorosi tifosi a bordo strada né tantomeno l’iconica partenza da Maastricht.
Tutto (o quasi) è stato soggetto a variazioni e cambiamenti per far fronte ai contagi e alle restrizioni locali dovute alla pandemia, un nemico che quest’anno costringerà la corsa a prendere il via da un’area chiusa in cima alla nota salita del Cauberg e a svilupparsi lungo un circuito di 17 chilometri (comprendente le tre asperità del Geulhemmerberg, del Bemelerberg e dello stesso Cauberg) da ripetere 12 volte.
In tutto saranno 216 i chilometri da percorrere e ben 38 le salite che complessivamente il gruppo sarà chiamato ad affrontare, difficoltà queste che chiameranno alla scoperta atleti resistenti ed esplosivi in grado di ben figurare su tracciati nervosi e tortuosi.
In quest’ottica il primo nome che viene in mente è quello di Wout Van Aert. L’olandese della Jumbo-Visma sarà il favorito principale e le sue ambizioni di vittoria verranno supportate da gregari di lusso come Primoz Roglic e Jonas Vingegaard. Il belga, secondo alla Freccia del Brabante, dovrà vedersela però con una schiera di avversari nutrita e molto qualificata.
Corridori come Alejandro Valverde (Movistar), Jakob Fuglsang (Astana Premier Tech), Matteo Trentin e Marc Hirschi (UAE Team Emirates), Greg van Avermaet (AG2R Citroen), Thomas Pidcock (Ineos-Grenadiers), Maximilian Schachmann (BORA-hansgrohe), Jasper Stuyven (Trek-Segafredo) e, soprattutto, Julian Alaphilippe (Deceuninck-Quick Step) sono tutti uomini le cui caratteristiche si sposano perfettamente col profilo altimetrico della corsa olandese che, nonostante i rinnovamenti e le modifiche, si annuncia come sempre spettacolare e combattuta.