Quanto asserito da Fabio Capello è più di un’opinione, un parere tecnico sull’andamento di questo campionato e sulle scelte delle contendenti al titolo. E’ una profonda analisi dello stato dell’arte e delle società e delle compagini di Serie A. L’ex allenatore di Milan, Real Madrid, Roma e Juventus si è espresso così dalle pagine del Corriere dello Sport: “Il Milan ha un bravo allenatore e giocatori leader capaci di aiutare gli altri a crescere, stimolandone la voglia di rischiare. Del resto quella è una società che storicamente ha costruito i propri trionfi sulla abilità di far maturare talenti. Baresi, Maldini, Filippo Galli, Costacurta, Evani, Albertini… Ora magari si guarda più all’estero ma dal settore giovanile arrivano Calabria e il capitano, Donnarumma. Senza dimenticare che alla guida dell’area tecnica c’è Paolo Maldini“.
La situazione Inter secondo Fabio Capello
Sull’Inter di Antonio Conte, con cui ha avuto più di uno scambio di vedute se non liti in diretta, ha affermato: “Ho battezzato la squadra di Conte favorita al titolo. E confermo il mio giudizio. Ma questa è e resterà il campionato dell’incertezza. Ci sono a mio parere 5 squadre che si contendono i primi 4 posti, ovvero scudetto e zona Champions: Inter, Milan, Juve, Atalanta e Roma“. Proprio sull’allenatore nerazzurro, Capello ha aggiunto: “Non ha motivo di chiedere rinforzi, ora più che mai, senza le coppe. I colleghi sarebbero felici di allenare quella rosa. E mi pare che anche lui lo abbia detto. D’altra parte la gestione del gruppo sarà il nodo decisivo per l’Inter“.
La Juventus senza Cristiano Ronaldo: la considerazione di Capello
In merito alla dipendenza della Juventus di Andrea Pirlo da Cristiano Ronaldo, Capello fa un’analisi: “Se la Juve sta risalendo in classifica anche senza il suo fuoriclasse, significa davvero che sta tornando ai suoi livelli”.
Infine, una valutazione sul mercato e su uno dei giocatori più discussi, Milik in partenza – a quanto pare – da Napoli: “Qui mi viene in mente l’adagio del mio presidente, Silvio Berlusconi: ‘Bisogna sapersi fare concavi o convessi a seconda delle circostanze’. Non voglio chiamarlo capriccio: mi pare che la società abbia però preso una strada, o si fa così per forza o si fa così… e in questo modo si è fatta male da sola”.
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