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Sampdoria, l'addio di Borini tra le polemiche: che attacco al club. Dossena lancia l’allarme

Fabio Borini ha salutato la Sampdoria lanciando frecciate alla società: "Gli apostoli della rovina sono arrivati". Anche Beppe Dossena è preoccupato per il futuro del club

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Filippo Rocchi

Filippo Rocchi

Giornalista

Cresciuto tra una staccata di Alonso, un dritto di Federer e un fade away di Kobe, il calcio ha la meglio. Ha seguito diverse manifestazioni sportive e non. Ama scoprire nuove storie e raccontarle.

Tra mille polemiche, ricorsi e penalizzazioni, la Sampdoria è riuscita a salvarsi dall’inferno della Serie C. la classifica aveva decretato la retrocessione dei blucerchiati dopo una delle stagioni più travagliate della sua storia a livello societario, con i problemi che poi si sono riflessi in campo. Nonostante ciò, la penalizzazione del Brescia ha ridato una nuova ultima possibilità alla Samp che non l’ha sprecata vincendo il playout contro la Salernitana. Ora però bisogna programmare un futuro solido, e farlo senza una pedina importante come Fabio Borini.

Borini, la lettera d’addio è emozionante: “Sono arrivati gli apostoli della rovina”

La società dovrà versare circa 15 milioni entro luglio tra gli stipendi di giugno, i bonus e i debiti verso altri club per le operazioni di mercato. A questa situazione, si aggiunge l’addio polemico di Borini. L’ex Liverpool e Roma ha scritto una lettera emozionante ai tifosi sul suo profilo Instagram: “Ero sul volo che mi riportava a casa, a Manchester, quando ho scritto questa lettera, dopo una storia d’amore durata due anni. Vi parlerò dal cuore. Vi parlerò di emozioni. Vi parlerò con la sensibilità ed eleganza che è sempre appartenuta alla Sampdoria. Questa è stata una storia nata con entusiasmo per raggiungere un solo obiettivo: la promozione in Serie A. Abbiamo fallito. Io e la Sampdoria abbiamo passato momenti dove eravamo completamente in simbiosi, dove mi sentivo la vera estensione del popolo blucerchiato“.

Borini era arrivato alla Samp nel 2023 quando la squadra era appena retrocessa dalla massima serie. Prima i playoff conquistati con Pirlo in panchina, poi il disastro nella stagione appena conclusa: “Abbiamo vissuto di emozioni rare che mi hanno fatto capire che la maglia che indossavo era la pelle e il sangue di tutti i doriani. Ho sentito vibrazioni che sono riuscito a condividere, per fortuna, solo con le persone vere. Quelle che fanno della Sampdoria la loro priorità di vita e che all’interno sono diventate troppo rare. La stoccata di Borini non risparmia nessuno: “Gli apostoli della rovina sono arrivati e l’amore è stato danneggiato, influenzato, non più corrisposto, diventato tristemente a senso unico. Quando sono stato spedito in quel luogo oscuro ho veramente passeggiato tenendo per mano la depressione e in compagnia della rabbia”. Il giocatore si riferisce a quando a fine 2024 è stato messo fuori rosa. Lui ha comunque deciso di rimanere a Genova rifiutando parecchie offerte in Italia e all’estero per provare a riconquistarsi un posto nella Samp.

“Ero disperato, mi sono battuto da solo”

Si allena con la Primavera nel mentre della disputa legale: “Ho condiviso le giornate con la frustrazione e la disperazione di voler tornare a essere come noi, io e la Sampdoria, eravamo prima. Sono stato coraggioso, spregiudicato, autolesionista a scegliere di rimanere vicino a te, Sampdoria. Nei momenti più bui sono stato lì a battere e a battermi in solitudine, forse con troppo me stesso, ma ero contento di dare a voi quello che realmente sono, sempre”.

Borini è stato poi reintegrato con l’arrivo della nuova gestione tecnica, guidata dal duo Evani-Lombardo. Rientra ad aprile 2025 per il finale di campionato e i playout. Ora il futuro è incerto, sia per la sua carriera lontano dalla Samp, che per la società: “Non posso sapere cosa succederà alla nostra Sampdoria, ma il mio desiderio, per chi ho amato e amerò, è che torni a essere piena di quelle persone che realmente la mettono prima della loro stessa vita. La Sampdoria merita i doriani e queste mie gentili parole. La Sampdoria non è solo la maglia più bella del mondo, ma per come l’ho vissuta questi due anni è una meraviglia del mondo“.

Dossena: “Le prospettive non sono buone”

Un addio pieno di amore, ma anche di rabbia e soprattutto incertezza. Un sentimento condiviso anche dalla leggenda dei blucerchiati e campione del mondo nel 1982 Beppe Dossena: “Alla Sampdoria purtroppo c’è ancora troppa confusione e le prospettive, malgrado la fondamentale salvezza, non sono buone“, afferma a Telenord. “Prima della scelta del nuovo allenatore, servirebbe un’idea di base, un sistema, un progetto, per evitare di lasciarlo poi da solo in balia di eventi, procuratori, calciatori, risultati. Come è già accaduto”.

Poi la proposta con il nome particolare: “Soprattutto ci vuole una persona del mestiere, a suo tempo avevo fatto il nome di Walter Sabatini, che non è nelle migliori condizioni, ma per far capire cosa intendessi. Altrimenti siamo daccapo”

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