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Anche Mourinho punge Allegri sulla Champions

L’elogio a Klopp dello Special One nasconde una critica al tecnico Juve

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Anche Mourinho punge Allegri sulla Champions

La rimonta del Liverpool sul Barcellona ha impressionato fortemente anche Josè Mourinho. Intervistato da BeInSports, lo Special One è apparso sinceramente colpito dal risultato dei Reds e soprattutto dal lavoro di Jurgen Klopp, collega che il portoghese ricopre di elogi. “Non mi aspettavo la vittoria del Liverpool – ha dichiarato Mourinho in tv – , è vero, ho detto che nulla è impossibile e che se c’è un posto dove queste cose possono accadere è Anfield, ma devo dire che per me questa ‘remuntada’ ha un solo nome: Jurgen”. 

TUTTO MERITO DI KLOPP. Per Mourinho, Klopp è riuscito a stravolgere la situazione impossibile in cui s’era infilato il Liverpool nella gara d’andata semplicemente puntando alla testa dei suoi giocatori. “La rimonta non nasce dalla tattica, da una filosofia di gioco, ma dal cuore, dall’anima e dalla fantastica empatia che è riuscito a creare con questo gruppo di giocatori. Il Liverpool ha corso il rischio di finire una stagione fantastica senza avere nulla per cui festeggiare e adesso invece è a un passo dal diventare campione d’Europa. Penso che Jurgen se lo meriti, perché il lavoro che sta facendo a Liverpool è fantastico. Ma questo risultato è lui, è il riflesso della sua personalità: del non mollare mai, della voglia di combattere, del vedere ogni giocatore che dà tutto”. 

CRITICA AD ALLEGRI? Nello spiegare perché il successo di Anfield Road sia da attribuire principalmente al tedesco, però, Mou non risparmia dal lanciare una frecciata ai colleghi che trovano alibi per i loro insuccessi: tra le righe, pare che Mourinho ce l’abbia proprio con Massimiliano Allegri. “A Klopp mancavano dei giocatori, ma non s’è messo a piangere”, ha detto Mou e chissà che la sua non fosse un’allusione alle parole di Allegri dopo l’eliminazione con l’Ajax, quando il tecnico della Juventus si lamentò degli infortuni di Douglas Costa, Mandzukic, Cuadrado, Khedira e Chiellini. “Non s’è messo a piangere perché i suoi giocatori hanno giocato 50 o 60 partite, mentre altri allenatori, in altri campionati, hanno pianto per aver giocato troppe partite, quando ne hanno giocate solo 30 o 35. Tutto quello che abbiamo visto nasce dalla mentalità di Jurgen”, ha concluso Mourinho.       

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