Ai microfoni di Dazn, l’ex tecnico dell’Inter Antonio Conte ha ripercorso alcuni momenti della sua vita calcistica durante un’intervista che sarà online in versione integrale da sabato 5 giugno: “Io durante la mia carriera da calciatore ho avuto tantissimi infortuni, questo mi ha temprato perché ho avuto sempre la forza di far sì che l’evento negativo mi facesse accumulare la giusta cattiveria. Mi sono rotto tutto quello che c’era da rompersi, dal ginocchio alla caviglia, tibia, perone, braccia. Per questo le difficoltà non mi spaventano: ne ho vissute tante e sono pronto a superarne altre. Da calciatore ero uno bravo, che ha avuto la sua carriera: ho vinto tutto quello che si poteva vincere, anche con la Nazionale ho avuto grandi soddisfazioni pur se è sempre mancata la vittoria”.
Conte spiega il suo segreto: “Da dove ti arriva tutta questa cattiveria? È perché nella mia carriera, sia da allenatore che da calciatore, ho vinto tanto ma ho anche perso tanto. Quando tu perdi alcune partite, come può essere la finale del mondiale o di un Europeo che all’89’ vincevamo 1-0 con la Francia, o vinci una finale di Champions ma ne perdi tre, ti rimane dentro una cattiveria… Non vuoi rivivere quel momento, e fai di tutto per cercare di trasferire questo ai calciatori. A volte hanno difficoltà a capire questa cattiveria da dove deriva: non tanto dalle vittorie, quanto dalle sconfitte. Dalle cicatrici: si sono rimarginate, ma non ne vuoi altre”.