Le dimissioni di Fabio Lupo dall’incarico di direttore sportivo dell’Ascoli hanno scosso l’ambiente bianconero e colpito in particolare il patron Massimo Pulcinelli, dopo che la squadra di Andrea Sottil è stata protagonista di un ottimo inizio di stagione, anche grazie alle operazioni di mercato realizzate dal dirigente abruzzese.
In un’intervista concessa a ‘Il Resto del Carlino’, Lupo ha spiegato i motivi alla base della propria decisione, senza risparmiare critiche alla gestione impostata dallo stesso Pulcinelli:
“Tra me e il patron Pulcinelli non è mai scattata la scintilla, fatto che comunque non ci ha impedito di lavorare in modo professionale. Ciò che mi ha portato a dare le dimissioni sono state le interferenze, fortissime, dirette e indirette, contro le quali ho dovuto lavorare senza sosta sia durante la fase di mercato che in questo mese e mezzo di campionato. Interferenze sia di persone non legittimate da ruoli ufficiali che di componenti di quella che io chiamo la ‘Corte dei miracoli'”.
L’ex dirigente, tra le altre, di Palermo e Torino prosegue l’affondo, facendo riferimenti espliciti: “Mi riferisco all’ex arbitro Massimo De Santis e all’allenatore Sandro Pochesci, ma non solo a loro. Pochesci chiamava agenti e calciatori a nome e per conto dell’Ascoli Calcio. Per fortuna ho una certa reputazione e una certa esperienza, altrimenti fare un mercato coerente e credibile sarebbe stato impossibile. Qualche operazione è saltata a causa delle ingerenze di questi personaggi. Tra l’altro non mi è stato permesso di realizzare una rete scouting di un certo tipo, una cosa fondamentale per un club di B. Per non parlare dell’Under 18 con sede a Roma. Un nonsense che non si giustifica in alcun modo, né etico né tecnico. Io ho lottato con forza, ma ho dovuto ingoiare anche questo”.