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Atletica, Baldini presenta le gare che portano ai Mondiali

L'oro di Atene 2004 rivive l'Europeo 1988: "A Budapest vinsi e l'Italia fece tripletta, c'è attesa per Jacobs, Tamberi e Palmisano, le stelle di Tokyo".

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Atletica, Baldini presenta le gare che portano ai Mondiali Fonte: Getty Images

Stefano Baldini fa le carte alla stagione dell’atletica che entra nel vivo, spiegando come mai gli atleti abbiano carburato presto: “Il nuovo sistema di qualificazione a Mondiali e Olimpiadi non si limita agli standard, ma segue un sistema di Ranking tipo tennis, quindi gli atleti gareggiano di più alla ricerca della gara giusta per qualificarsi; lo spettacolo ne è avvantaggiato e i risultati a questo punto della stagione ottimi, come il record mondiale di Crouser nel peso o gli sprinter già performanti. C’è una grande attesa di rivedere Jacobs sui 100 metri, ma anche Tamberi nell’alto e Palmisano, che da poco è ritornata a marciare: Tokyo, in un modo o nell’altro, ha lasciato strascichi sui big azzurri”.

I Mondiali di Budapest sono l’appuntamento più atteso: “Il 2021 è stato per l’Italia un anno unico, tranne Larissa Iapichino ci siamo presentati al completo ai Giochi Olimpici come raramente accaduto. Per tutti si sono susseguite stagioni logoranti, a parte la Palmisano che si portava dietro un problema già prima di Tokyo; l’infortunio è una spia rossa, non bisogna dimenticarlo mai: ha fatto bene Tamberi a prendersi una pausa per rigenerarsi, a questo livello serve essere riposati quando sarà il momento di fare il risultato. L’obiettivo stagionale sono i Mondiali di Budapest: mi aspetto grandi risultati, chi centra il pass per Parigi avrà modo di programmare la preparazione nella maniera ideale; a me evoca bei ricordi, nel 1988 vinsi il titolo continentale e l’Italia centrò il tris Baldini-Goffi-Modica. L’Italia risponderà presente, ci sono talenti interessanti come Mattia Furlani e Larissa Iapichino. A livello internazionale sono pochissime le discipline in crisi di risultati: sono cresciute realtà come il Botswana (400 metri), o Trinidad (giavellotto): ci sono stelle alla Bolt, come Duplantis o McLaughlin, o gli sprinter della Giamaica” racconta a ‘La Gazzetta dello Sport’.

Yeman Crippa si è detto pronto a raccogliere l’eredità del ragazzo di Rubiera: “Può essere competitivo già a Parigi, è bravo nel leggere e preparare le gare; a Milano ha dimostrato, pur trovandosi su un terreno nuovo, di aver compreso parecchie cose; fa bene a tornare in pista adesso, per non perdere le doti di meccanica di corsa e di battagliare, sempre più utili anche su strada. I tempi della maratona si sono abbassati e si corre insieme, anche se l’Africa la fa da padrona: ho corso da parte mia spesso in solitaria e non ho sfruttato il mio potenziale a livello di riscontro cronometrico, ma non baratterei le 6 medaglie che ho vinto tra Europei, Mondiali e Olimpiadi”.

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