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ATP Ginevra, Djokovic fa la storia: batte Hurkacz in rimonta e conquista il titolo numero 100 in carriera

Finalmente Novak Djokovic centra la 100esima finale vinta nel circuito: Hurkacz s'illude troppo presto, Nole lo rimonta vincendo due tiebreak e si affianca ai miti Connors e Federer

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Roberto Barbacci

Roberto Barbacci

Giornalista

Giornalista (pubblicista) sportivo a tutto campo, è il tuttologo di Virgilio Sport. Provate a chiedergli di boxe, di scherma, di volley o di curling: ve ne farà innamorare

Adesso si può scrivere a caratteri cubitali: Novak Djokovic è ufficialmente entrato nel club dei “centenari”, di quei giocatori capaci di conquistare 100 tornei ATP in carriera. Una rincorsa lunga (anche più del previsto) culminata con il trionfo nell’ATP 250 di Ginevra, a distanza di 6.880 giorni dalla prima vittoria nel circuito ottenuta ad Amersfoort, sempre sulla terra rossa (era il 23 luglio 2006: Sinner, per dire, non aveva ancora compiuto 5 anni, e Alcaraz ne aveva appena 3). Dopo Jimmy Connors (109 titoli) e Roger Federer (103), ora dei “centenari” fa parte anche Djokovic.

Hurkacz rimontato: l’ennesimo ribaltone di Nole

Hubi Hurkacz, l’ultimo ostacolo sulla strada che portava al record, le ha provate tutte ma non ce l’ha fatta a resistere alla voglia di fare cifra tripla da parte del serbo, uscito vincitore dalla battaglia svizzera col punteggio di 5-7 7-6 7-6. Un match “irregolare”, andato per lo più a strappi, un po’ come le versioni degli ultimi mesi di Nole, capace di esaltarsi contro qualche big e al tempo stesso di incappare in cadute rovinose contro giocatori non proprio al suo livello (si veda Arnaldi, che l’ha battuto a Madrid per poi cedere due giorni fa nei quarti di finale di Ginevra).

Alla fine però la capacità di Djokovic di volgere a proprio favore i momenti chiave del match ha pagato. Anche se all’inizio il polacco l’ha messo in un angolo, strappandogli il servizio già nel secondo gioco e non concedendo opportunità di replica fino al settimo game, nel quale Hubi s’è buttato un po’ via con due errori non forzati. Ma a rovinare tutto, a un passo dal tiebreak, è stato un altro passaggio a vuoto patito dal serbo, che ha sbagliato più del dovuto nel dodicesimo game, consegnando a Hurkacz la chance per scappare sull’1-0.

Da quel momento in poi a dominare diventano i servizi, tanto che Djokovic non concederà più alcuna palla break al polacco, che a sua volta rischierà in tre occasioni di vedersi costretto nuovamente a rincorrere, riuscendo però sempre a tirarsi fuori dagli impicci. Nei tiebreak, però, la forza dell’ex numero uno del mondo viene fuori con tutta la sua magnificenza: Hurkacz paga dazio in entrambi i casi per 7-2, non riuscendo in alcun modo a replicare alla superiorità del serbo, che nel finale si lascia andare a qualche lacrima che testimoniano quanto volesse fortemente questo benedetto titolo numero 100.

Il ringraziamento alla famiglia e al team: “Solo voi potete capire…”

Nel discorso seguito alla premiazione, Nole ha celebrato a dovere un momento unico e irripetibile. “Voglio ringraziare mia moglie e i miei figli per essere presenti oggi al mio fianco. Vi amo, grazie. Voglio ringraziare anche il mio team per essere sempre con me nei momenti migliori e difficili sul campo. Solo voi capite quanto è difficile starmi dietro nei momenti di follia e cosa vuol dire condividere con me ora la vittoria numero 100. Questo posto ora sarà sempre ancora più speciale per me”, ha concluso Nole.

Che è dovuto venire in Svizzera, la patria di Re Roger Federer, per avvicinare una volta di più il fuoriclasse elvetico, col quale ha scritto pagine di storia nell’era dei Big3 assieme a Rafael Nadal (o dei Fab4 inglobando pure Andy Murray). E che adesso potrà andare a caccia di un ulteriore record, ovvero lo slam numero 25: a Parigi non sarà il grande favorito (Alcaraz e Sinner partono un po’ più avanti), ma sui campi dove lo scorso agosto ha conquistato l’oro olimpico potrà comunque recitare il ruolo della mina vagante. Poi si potrà pensare a come raggiungere i 103 titoli di Federer, o magari i 109 di Connors.

A 38 anni le occasioni non saranno ancora molte, ma a Ginevra il mondo del tennis ha potuto constatare che Nole ha ancora fame. E qualche pagina bianca ancora da scrivere.

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