Il collo della bottiglia si fa sempre più sottile, e Rafa Nadal è il primo a esserne consapevole. Tanto che quella in programma oggi contro Darwin Blanch sarà l’ultima prima volta al Mutua Open di Madrid, come ammesso dal giocatore di Manacor che sulle alture della capitale è pronto a concedersi una sorta di ultimo ballo. Che sarà anche quello che lo attenderà tra un mese al Roland Garros, il torneo al quale è storicamente più legato (l’ha vinto 14 volte in carriera), quello nel quale in più di qualunque altro vorrebbe fare strada nel corso della sua stagione d’addio al circuito ATP. Perché se al riguardo ci fossero ancora dubbi, le ultime parole pronunciate dall’ex numero uno del mondo sembrerebbe averli tolti in fretta.
- La decisione: "Gioco solo perché Madrid è speciale"
- I dubbi di condizione e gli altri obiettivi stagionali
- Felicità... a metà: "Fuori tutto ok, ma in campo..."
La decisione: “Gioco solo perché Madrid è speciale”
Quella in programma con il baby Blanch, pronta a passare alla storia come la partita di un Masters 1000 con il maggiore divario d’età tra i due contendenti (21 anni e 117 giorni di differenza: il precedente record era di 18 anni e 344 giorni nel match di Miami 1992 tra Jimmy Connors e Pete Sampras), sarà anche la 18esima partita d’esordio a Madrid di Nadal.
Che ha ammesso di voler scendere in campo solo per il grande rispetto che nutre nei confronti di chi ha investito tempo e denaro per venirlo a vedere. “Giocare a Madrid è sempre stato fantastico e non credo di aver ricevuto così tanto affetto in nessun altro torneo in tutta la mia vita. Per questo ho deciso di giocare, sebbene so di non essere al 100%. Questo torneo mi servirà per migliorare alcune cose a livello fisico, e dopo una settimana di allenamenti tra alti e bassi spero di potermi presentare nelle migliori condizioni possibili”.
L’incognita è rappresentata proprio dal fatto che di Blanch praticamente Nadal non sa nulla: “C’è questa grande differenza d’età, ma per il resto posso solo dire che Darwin è un ragazzo con un grande potenziale, e che come tale va preso con le molle. Da parte mia penso però soltanto ad andare in campo e divertirmi, perché so che non ci saranno tante altre occasioni per farlo qui a Madrid”.
I dubbi di condizione e gli altri obiettivi stagionali
Il grande punto di domanda che s’annida nella mente dello spagnolo riguarda la condizione fisica raggiunta, ben sapendo che senza continuità potrebbe rivelarsi complicato presentarsi agli appuntamenti clou della stagione sul rosso. “Vorrei giocare senza limitazioni fisiche, ma in questo momento so che non è una cosa possibile. Se non fossi stato a Madrid, conoscendomi oggi non sarei sceso in campo. Se fossimo già a Parigi, certamente non, l’avrei fatto. Qui ci sono tanti fattori che mi spingono a giocare nonostante il momento, al Roland Garros se sapessi di non poter essere competitivo non mi sognerei mai di farlo”.
Lo slam parigino resta però il vero focus della stagione sulla terra. “Se non potrò giocare me ne farò una ragione, ben sapendo di avere altri obiettivi da inseguire, vedi il torneo olimpico. Nello sport però le cose possono cambiare rapidamente e allora voglio darmi un’altra opportunità per cambiarle nella direzione desiderata. E se dovessi restare sul divano di casa so che non succederebbe nulla di buono, quindi tanto vale provare”.
Felicità… a metà: “Fuori tutto ok, ma in campo…”
Il debutto di Nadal è attesissimo al Mutua Open, ma lo sono anche i rumors legati a quello che sarà il suo futuro oltre il campo. “Se mi sto divertendo in questa parte finale della mia carriera? Fuori dal campo tantissimo, perché amo questo mondo e sono tornato a respirarlo a pieni polmoni. Per il resto però, se il campo non mi dà ragione non posso essere felice. Se non riesco soprattutto a dare il massimo, è chiaro che sento che manca qualcosa.
A Barcellona contro de Minaur ho dovuto lasciare andare il secondo set e non è stata affatto una sensazione piacevole. Ora spero solo di non doverlo fare anche a Madrid, e poi vedremo cosa accadrà”.