È una mattina agrodolce per gli italiani di stanza a Melbourne, dove è tornato a piovere ma dove alla fine i conti Simone Bolelli e Andrea Vavassori li hanno fatti tornare ugualmente. Perché loro nel primo slam della stagione puntano dritti a centrare il bersaglio grosso: il 6-3 6-4 rifilato alla coppia tedesca composta da Frantzen e Jebens è un primo segnale che arriva forte e chiaro e che non lascia spazio a troppe recriminazioni. Quelle che invece avrebbe Francesco Passaro, battuto in quattro set da Benjamin Bonzi in una partita che avrebbe potuto quantomeno spingersi fino al quinto, ma dove nei momenti chiave il perugino ha lasciato sul campo qualche occasione di troppo.
- Bolelli e Vavassori vanno col pilota automatico
- Passaro fa tremare Bonzi: il perugino è da applausi
- Le 7 palle break non sfruttate per andare al quinto
Bolelli e Vavassori vanno col pilota automatico
Nel doppio, Bolelli e Vavassori hanno spiegato al mondo intero di voler puntare concretamente a diventare la coppia di riferimento di tutto il circuito. E il debutto a Melbourne, che arriva dopo la vittoria nel primo torneo stagionale disputato ad Adelaide, in qualche modo corrobora tale pensiero.
Mai realmente in discussione il match contro i tedeschi Frantzen e Jebens, durato poco più di 60 minuti: Bolelli è il più ispirato di tutti, alza subito i giri del motore e propizia in modo abbastanza naturale il break che nel quarto gioco decide il primo parziale. Le alte percentuali al servizio (84% di punti vinti con la prima) aiutano gli italiani che di fatto non rischiano mai di farsi riprendere, nemmeno nel secondo set quando scappano tranquilli sul 4-1 infilando quattro giochi di fila, prima di concedere una sola palla break e non riuscire ad annullarla nel sesto gioco.
È solo un piccolo incidente di percorso, perché il 6-4 finale certifica la superiorità della coppa azzurra, che nel secondo turno sfiderà quella composta da Luciano Darderi e dall’ecuadoriano Diego Hidalgo, che hanno battuto quella tutta italiana composta da Bortolotti e Cobolli.
Passaro fa tremare Bonzi: il perugino è da applausi
La delusione della nottata arriva però da Francesco Passaro, che è il primo a sapere di aver sciupato una buonissima opportunità per spingersi almeno al terzo turno. Contro Benjamin Bonzi il tennista di Perugia è stato sconfitto in quattro set (6-2 6-4 3-6 6-4) ma ha lasciato sul campo tante buone opportunità che se meglio sfruttate gli avrebbero consentito anche di allungare la partita al quinto, provando a quel punto a sfruttare un piccolo calo fisico del transalpino.
Che a inizio match s’è visto costretto subito ad annullare una palla break nel secondo gioco, trovando poi a sua volta il modo per collezionarle tre nel quinto gioco (e la terza è quella che vale il primo break). Passaro fatica a contenere l’esuberanza del rivale, che sale sul 5-2 e poi va a chiudere senza troppi patemi d’animo sul 6-2. E che nel secondo si mostra ancora una volta più scaltro, facendosi bastare l’unica palla break a disposizione per chiudere 6-4 e ipotecare la partita.
Le 7 palle break non sfruttate per andare al quinto
Quella di Passaro, però, comincia proprio nel terzo parziale. Dove il coraggio e un pizzico di sfrontatezza vengono ripagati all’istante, grazie anche a percentuali con la prima che cominciano a funzionare (oltre l’80% nel set). Bonzi, sin lì abbastanza tranquillo e in controllo, trova un altro break pesante nel primo gioco, poi di colpo si vede costretto a inseguire, con il perugino bravissimo a togliergli la battuta nel secondo e nel sesto game e ancor più bravo a controllare il ritmo dell’incontro, chiudendo sul 6-3.
Si capisce bene, insomma, che la questione è tutt’altro che conclusa: l’inerzia è tutta dalla parte dell’italiano, che arriva a collezionare palle break in serie (addirittura 4 nel terzo gioco, 3 nel nono), ma incredibilmente non riesce a sfruttarne alcuna. Bonzi vede il baratro, ma nel momento più delicato un modo per rialzarsi lo trova e sul 5-4 e servizio Passaro decide di mettere entrambi i piedi in campo, mostrandosi molto più aggressivo e determinato a chiudere lo scambio.
È una scelta che si rivela vincente: un nastro “maledetto” lo aiuta sul 40 pari del decimo gioco e a quel punto, sul primo match point a disposizione, chiude i conti e nega a Francesco la possibilità di andare a sfidare Jiri Lehecka al terzo turno. Con tanti, tantissimi annessi rimpianti.