Il primo ko del 2026 è il più amaro, il più difficile da incassare. Bolelli e Vavassori s’arrendono nella finale del doppio degli Australian Open esattamente come nel 2024. Allora furono Bopanna ed Ebden a infrangere i loro sogni, stavolta è toccato ad altri due specialisti: Heliovaara, il finlandese tornato glaciale nel momento clou, e Patten, l’inglese metodico e ordinato che s’è fatto valere soprattutto al servizio. Un vero peccato per i due azzurri, piegati in rimonta dopo tre ore e sei minuti: 7-6 6-7 3-6. Adesso tocca a Sinner, nella finale del singolare, provare a regalare una soddisfazione agli appassionati italiani.
- Dal setpoint alla palla break: l'invasione decisa col VAR
- La maratona al tie-break e il primo set per Bolelli e Vavassori
- Il secondo tie-break premia Heliovaara e Patten: si va al 3°
- Ancora sconfitta in finale per i due azzurri, come nel 2024
Dal setpoint alla palla break: l’invasione decisa col VAR
La possibile svolta del match al decimo gioco del primo set: la coppia italiana è avanti 5-4 e col servizio a favore, sul 30-30 Vavassori chiude il punto con una volée a rete guadagnandosi il setpoint. Anzi no. Il giudice di sedia, l’australiano Tom Sweeney (lo stesso di Shelton-Sonego), chiede l’ausilio del VAR per un dubbio davvero curioso: “Vava” ha fatto invasione giocando il pallone direttamente nel campo avversario? Le immagini non chiariscono del tutto, la decisione del chair umpire è comunque favorevole a Heliovaara e Patten: Vavassori, infatti, a suo giudizio ha giocato quando la palla era per oltre metà dalla parte avversaria. Decisione che ha rischiato di condizionare il primo set.
La maratona al tie-break e il primo set per Bolelli e Vavassori
Dalle stelle alle stalle: la coppia azzurra, che perde game e vantaggio, si ritrovata poi sotto 0-40 al dodicesimo gioco. Sull’orlo del baratro, però, Bolelli e Vavassori trovato un imprevedibile colpo di coda. Prima rimettono in piedi il game, poi restano aggrappati al tie-break che sembra compromesso sul 4-6. Il “jeu decisif”, come lo chiamano i francesi, si trasforma in una maratona interminabile, che si protrae per quasi 25 minuti. Alla fine però la spuntano i due italiani con un punteggio clamoroso, 18-16, grazie a un bel dritto di Bolelli. Accompagnato dagli urlacci liberatori di entrambi.
Il secondo tie-break premia Heliovaara e Patten: si va al 3°
Heliovaara e Patten, però, non mollano. Del resto, hanno già vinto la finale di Wimbledon con tre tie-break, dopo aver perso il primo. E puntano a ripetere l’exploit. Nel secondo set nessuna coppia riesce a rubare il servizio a quella avversaria. Si viaggia spediti stavolta verso il secondo tie-break, dove il primo e unico minibreak si rivela decisivo: Bolelli non è incisivo in battuta e poi spedisce lungo il pallone del 5-7, che rimette in equilibrio la partita. Si va al terzo set, quando in Australia di fatto è già scoccata l’una di notte e in tribuna ci sono grandi e piccini che iniziano ad avere qualche difficoltà a non chiudere le palpebre.
Ancora sconfitta in finale per i due azzurri, come nel 2024
È un brutto colpo per i due azzurri, che vedono crescere il rendimento dei loro avversari, in particolare di Heliovaara, e che a loro volta smarriscono fiducia e certezze. Il break al secondo gioco fa scappar via i rivali, fino allo 0-3 (e 0-30 nel quarto game). Bolelli e Vavassori hanno un sussulto, ci provano fino alla fine, hanno due palle break (15-40) per riaprire la partita sul 3-5. Patten prima si fa prendere dal braccino (doppio fallo), poi si trasforma in una macchina da ace. Vincono lui e Heliovaara, ai due italiani rimangono solo i rimpianti per l’ennesima occasione non sfruttata.