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Baggio rapinato, da filmati sicurezza primi indizi: i ladri non sapevano che era la casa del campione

Le prime ipotesi dei militari dell'Arma, a pochi giorni dalla rapina a casa del Divin Codino, non escludono uno scenario surreale: ecco perchè

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Pietro De Conciliis

Pietro De Conciliis

Giornalista

Giornalista pubblicista e speaker radiofonico, per Virgilio Sport si occupa di calcio con uno sguardo attento e competente sui campionati di Serie B e Serie C

La rapina che si è consumata a casa di Roberto Baggio nel giorno di Spagna-Italia ha sconvolto, inevitabilmente, la famiglia del Divin Codino e tutto il mondo del calcio. Tragedia sfiorata, con i malviventi arrivati a colpire il Pallone d’Oro con il calcio di una pistola, ma senza gravi conseguenze. Adesso, sono in corso le indagini che chiariranno la dinamica dell’infrazione e proveranno ad individuare i rapinatori, capaci di superare un sofisticato sistema di allarme.

Rapina a casa Baggio, indagini in corso

Tra dubbi, ipotesi e prime indicazioni, gli inquirenti sono alla ricerca di una prova o un indizio che possa avvicinare ai rapinatori che hanno fatto irruzione a casa Baggio tre giorni fa, giovedì 20 giugno, durante la partita Spagna-Italia. Un lavoro certosino quello dei militari dell’Arma, che stanno continuando a visionare i nastri dei sistemi di videosorveglianza che circondano la tenuta di Altavilla Vicentina, dove il Divin Codino vive ormai da anni.

Ogni pixel dei filmati raccolti può fare la differenza. Si cerca un dettaglio anche nelle ore che hanno preceduto la rapina, per comprendere il passaggio e il posizionamento dei mezzi con cui i ladri si sarebbero poi dati alla fuga. Parliamo di un’area molto vasta, considerando la grandezza della proprietà di Baggio, ma verranno setacciate in lungo e in largo le colline vicentine, come “mai fatto prima in provincia di Vicenza”.

Stando alle testimonianze della famiglia Baggio e ad una primissima ricostruzione, si starebbero cercando ben sei uomini, tutti originari dell’Est Europa, di cui tre in possesso di un’arma da fuoco. Tra questi, uno ha finito per colpire sulla fronte il Divin Codino, procurandogli una ferita con il calcio della pistola. Attimi di paura che hanno visto i malviventi all’interno dell’abitazione in una fascia oraria compresa tra le 21. 45 e le 22, proprio nell’intervallo della sfida di Gelsenkirchen.

Perché non si sono accesi tutti i sistemi di sicurezza

È sembrato tutto troppo facile. La banda che è riuscita ad entrare nel perimetro di casa Baggio ha aggirato senza grossi problemi i moderni sistemi di sicurezza della tenuta. Ma c’è un dettaglio che ha rosa l’irruzione più “comoda”: “L’aggressione fulminea, in piena luce, – ha raccontato Vittorio Petrone, storico agente di Roby Baggio – non ha consentito l’accensione di tutti i migliori sistemi di sicurezza di cui la villa è dotata. Ora, da quanto accaduto, potenzieremo ulteriormente i sistemi di rilevazione diurna in tutto il perimetro”, ha precisato il manager del Divin Codino.

La sera della rapina, Baggio era a casa con due dei tre figli, la moglie Andreina Fabbi e la suocera. 40 minuti di autentico terrore, perché questo è il tempo che è intercorso tra l’ingresso dei malviventi e la fine del saccheggio. Intanto, prosegue senza sosta il lavoro delle forze dell’ordine, con i militari del nucleo investigativo che anche ieri hanno perlustrato la zona, cercando di unire i puntini e giungere ad una soluzione definitiva.

I rapinatori non sapevano che era la casa di Baggio? L’ipotesi

Tra le ipotesi al vaglio degli inquirenti, c’è anche uno scenario piuttosto surreale. Il commando armato che ha fatto irruzione a casa Baggio era a conoscenza di chi fosse il proprietario della tenuta? Ci sono indizi che aprono alla possibilità che alcuni dei malviventi non sapessero di essere all’interno dell’abitazione di uno dei calciatori più forti della storia del calcio italiano. Per molti, il più forte. Il Pallone d’Oro, consegnato da France Football ai tempi dell’esperienza alla Juventus, non è stato toccato dai rapinatori. È stato lasciato lì nella teca.

Stessa sorte anche per gli altri cimeli relativi alla straordinaria carriera del fuoriclasse azzurro, chiamato da Luciano Spalletti proprio all’alba di Euro 2024. Peraltro, stando a quanto filtra dalla famiglia Baggio, ci sarebbe stato persino qualche attimo di esitazione di fronte all’opportunità di rubare i memorabilia presenti in una delle stanze, così come gli sguardi increduli al momento del confronto con il padrone di casa. Inoltre, non sono usciti dalle mura dell’abitazione i fucili da caccia: protetti da catene e lucchetti, sono stati prima presi dai ladri e poi lasciati alla base di una finestra. Evidentemente, i protagonisti avevano sentito un rumore non gradito e sono stati costretti a scappare velocemente.

Si cercano dettagli importanti anche attraverso le voci dei vicini di Roberto Baggio. Persone che abitano a circa 300 metri in linea d’aria dalla tenuta del Divin Codino, come l’ex Sindaco di Altavilla Vicentina Carlo Dalla Pozza, che ha raccontato di passaggi sospetti nei giorni precedenti alla rapina: “Tra sabato e domenica, un mio parente mi ha detto di aver visto un gruppo di uomini che si spostavano nelle colline. Sono stati subito segnalati, perché erano sospetti. Poteva essere un sopralluogo – ha sottolineato l’ex primo cittadino –. Questa zona è presidiata da telecamere con riconoscimento targhe su tutti gli accessi e anche Baggio, che è un vicino di casa molto riservato ma molto cordiale, è attento al tema della sicurezza come dimostrano gli impianti antiintrusione installati. Ora un po’ di paura c’è, perché non è stata una bravata oppure l’atto di qualche sbandato, ma un commando di persone armate”.

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