Non c’è due senza tre, e il quarto vien da sé. Inteso come mandato, quello a cui aspira Gianni Petrucci: dal 2013 siede stabilmente sulla poltrona presidenziale della Federazione Italiana Pallacanestro, e adesso che si avvicina la scadenza elettorale (subito dopo i giochi di Parigi 2024) l’intenzione è quella di proseguire e mantenere la carica per altri 4 anni. E poco importa se quando ciò dovesse avvenire sarebbero già state superate le 80 primavere: Petrucci è un uomo che ha dedicato tutta la propria esistenza terrena allo sport, e come tale non ne vuol sapere di concedersi al meritato riposo di una pensione che per anzianità avrebbe già maturato.
- La regola modificata: nel quorum via le schede bianche e nulle
- Nessun riferimento nella nota stampa del CF del 15 dicembre
- L'altra modifica: niente più indennità al presidente federale
La regola modificata: nel quorum via le schede bianche e nulle
Un approfondimento giornalistico di Michele Spezia su storiesport.it ha fatto emergere il “piano” che il presidente federale (che è stato anche a capo del CONI dal 1999 al 2012) avrebbe cominciato ad attuare sulla strada che conduce alla rielezione nel prossimo barrage elettorale. Il condizionale è d’obbligo, ma la sostanza è presto detta: Petrucci si sarebbe infatti servito dei consiglieri federali per varare un nuovo regolamento in vista delle elezioni, senza dover passare per l’approvazione dei delegati che compongono la galassia delle società cestistiche nazionali.
Così facendo avrebbe fatto approvare ai consiglieri una modifica regolamentare, che consisterebbe nell’eliminazione dal computo dei voti delle schede bianche e nulle. Questo allo scopo di aggirare quello che appare il grande ostacolo verso la rielezione, vale a dire la nuova regola che impone che il candidato che risulterà vincitore dovrà aver incassato i due terzi dei voti di tutta l’assemblea elettiva. Petrucci potrebbe aver constatato che questa maggioranza qualificata ad oggi non c’è, ma non conteggiando le schede bianche e nulle potrebbe sensibilmente avvicinare il quorum facendo leva sui voti di cui già gode oggi.
Nessun riferimento nella nota stampa del CF del 15 dicembre
Le indiscrezioni non hanno trovato conferma diretta nella nota stampa dell’ultimo Consiglio Federale, nella quale non si fa riferimento ad alcuna modifica del regolamento e dello statuto elettorale. L’Ufficio Statuti e Regolamenti del Coni avrebbe però preso in carico la questione, dovendo esprimere un parere su quanto sarebbe stato avanzato a margine dell’ultimo Consiglio Federale della FIP, tenuto il 15 dicembre.
Consiglio nel quale i punti di cui si è discusso hanno riguardato la candidatura dell’Italia al Mondiale 2031 (una proposta che Petrucci ha fatto sua, interpretando tutto il volere del movimento, ma che invero sarebbe partita da ambienti vicini al basket bolognese), la nomina di Gigi Datome a capo delegazione della nazionale maggiore, le nomine dei tecnici delle nazionali giovanili, la scelta di Genova come sede per la gara della nazionale femminile impegnata nelle qualificazioni a Euro 2025, la collaborazione con la Scuola dello Sport per la creazione di un Dipartimento di Formazione e un Centro Studi Federale e l’impegno a finanziare la ricostruzione del campo da basket all’interno dell’istituto penitenziario di Secondigliano. Della vicenda elezioni, insomma, è trapelata solo qualche indiscrezione.
L’altra modifica: niente più indennità al presidente federale
Petrucci sa che superare il 66,6% dei voti non sarà impresa semplice. Molti Comitati Regionali FIP si sono già mostrati apertamente in contrasto (Lombardia, Veneto e Sicilia su tutti: porteranno Giorgio Maggi, attuale presidente lombardo), ma abbassando il quorum le chance aumenterebbero.
Tra le proposte fatte approvare dal Consiglio Federale ce n’è una che riguarda l’indennità dovuta al presidente federale, che è stata rimossa (in estate era invece stata elargita ai presidenti e consiglieri dei comitati regionali). È un’altra mossa studiata con parsimonia: se un candidato alla presidenza sa di non poter disporre di un’indennità (cioè di un compenso, come prevedeva il comma 8 dell’articolo 13), quindi obbligato a guadagnare attraverso altri incarichi che esulano dal mondo del basket, risulta evidente che più di un potenziale candidato rinuncerebbe alla corsa elettorale.
Insomma, Petrucci potrebbe anche ritrovarsi a correre da solo, senza avversari nella forma e nella sostanza: l’unico avversario finirebbe per essere… se stesso. Tutto ciò dovrà però passare per l’approvazione dell’Ufficio Statuti e Regolamenti del CONI, presieduto dall’avvocato Michele Signorini, che entro giovedì 21 dicembre stilerà le linee guida per le elezioni federali di tutte le federazioni italiane in orbita CONI. Petrucci però s’è portato avanti col lavoro, e la mossa potrebbe pagare dividendi.