Vedi l’Italia e poi muori. Sul campo, naturalmente, dove da un paio d’anni a questa parte la Serbia fatalmente lascia le penne ogni qualvolta della parte opposta ci sono cinque giocatori italiani a impedirle di fare canestro.
Così, dopo l’incredibile vittoria in trasferta a Belgrado nella finale del preolimpico 2021 e dopo la clamorosa affermazione negli ottavi di finale dello scorso campionato europeo, l’Italbasket concede il tris superando i serbi anche nel test amichevole del Torneo dell’Acropoli (89-88 il finale), dove domani ad attendere gli azzurri ci sarà la Grecia padrona di casa, orfana di Antetokuonmpo (sempre più a forte rischio la sua partecipazione ai mondiali), ieri battuta proprio dalla Serbia con 5 punti di scarto.
Ribaltoni e colpi di scena
Il tutto al termine di una partita piena di ribaltoni, nella quale i balcanici hanno cominciato come meglio non avrebbero potuto (5/7 da tre nei primi 8 minuti di partita), scappando anche sul +17, salvo poi vedere calare drasticamente le proprie percentuali dall’arco (e più in generale dal campo) quando l’Italia ha cominciato a stringere le maglie in difesa.
E già all’intervallo lungo i valori sono tornati nella norma, consentendo poi agli azzurri di giocarsela punto a punto e di costringere i rivali a inseguire praticamente durante tutto il quarto quarto, chiuso con una palla persa sanguinosa di Fontecchio che Bogdanovic ha però sprecato tentando un improvvido tiro della vittoria allo scadere.
Fontecchio, croce e delizia
Di notizie positive, insomma, il Poz se ne porta via a iosa dalla prima gara in terra ateniese: la seconda vittoria con un solo punto di vantaggio nei test premondiali (anche contro la Turchia il punteggio era stato simile) ha ribadito la vocazione dell’Italia alla battaglia, perché nemmeno una volta ritrovatisi pesantemente sotto nel punteggio Melli e compagni hanno mollato l’osso.
La Serbia, che ha trovato la retina con irrisoria facilità nel primo quarto, lentamente ha mostrato invece di soffrire e non poco la robusta difesa italiana, che assieme a un attacco che ha cominciato a girare a dovere ha finito per rimettere in piedi una gara che pareva già essere andata.
Inutile rimarcare l’importanza capitale di un giocatore come Fontecchio, top scorer di serata con 13 punti, che al netto di qualche errore di troppo nei momenti caldi (oltre a qualche forzatura pesano un libero sbagliato negli ultimi secondi e il fallo col quale ha consegnato a Bogdanovic il pallone della vittoria) ha saputo prendere per mano l’attacco quando più la fatica si faceva sentire.
In evidenza, come già contro la Cina, il giovane Matteo Spagnolo, fresco di matrimonio con l’Alba Berlino, che ha confezionato 12 punti trovando canestri pesanti nelle fasi più calde della rimonta.
La classe operaia
In doppia cifra è finito anche Achille Polonara, altra pedina chiave all’interno dello scacchiere di Pozzecco, che ha portato energia ed esperienza per fronteggiare la fisicità dei serbi.
Bene anche Severini (9 punti), il solito Pippo Ricci (con due triple ignoranti ha riscritto la storia del match) uno Spissu che ha piazzato a sua volta due bombe pesantissime per spedire in orbita i compagni.
L’Italia ha chiuso con 15 su 37 dall’arco (41%), vincendo la lotta a rimbalzo (41 a 35) e riuscendo a minimizzare le 14 palle perse (12 per la Serbia) che hanno rischiato di rovinare tutto il gran lavoro svolto in corso d’opera.
Orfani di Nikola Jokic, i serbi hanno affidato molti attacchi al giovane Nikola Jovic (solo una consonante lo divide “per ora” dal Joker), giocatore in forza ai Miami Heat che ha chiuso con 18 punti complessivi.
Ma a tradire la formazione di Pesic è stato soprattutto il crollo delle percentuali da tre, tanto che dopo le 6 triple infilate nel primo quarto il dato finale ha raccontato di un misero 28%. L’Italia concluderà il Torneo dell’Acropoli contro la Grecia, per poi fare rientro in patria e affrontare Porto Rico domenica a Ravenna nell’ultimo test prima della partenza per l’Asia.
Pozzecco non ha fatto scendere in campo né Caruso e né Woldetensae: potrebbero essere loro due gli ultimi esclusi dall’elenco dei 12 che parteciperanno al mondiale.