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Bert Trautmann: moglie, infortunio, carriera e morte di The Keeper

The Keeper, un film del 2019, racconta l'incredibile storia del portiere tedesco Bert Trautmann, passato da essere un soldato nazzista nella Seconda Guerra Mondiale a diventare una leggenda del Manchester City

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Bert Trautmann: moglie, infortunio, carriera e morte di The Keeper Fonte: Getty Images

Nella serata di ieri, mercoledì 7 dicembre 2022, è andato in onda su Rai Uno il film The Keeper – La leggenda di un portiere, pellicola che racconta la storia per portiere tedesco Bert Trautmann, una vera e propria leggenda del Manchester City e del calcio in generale.

La sua storia inizia da soldato nazista durante la Seconda Guerra Mondiale, passando per una detenzione in un campo di prigionia alleato fino ad arrivare a disputare oltre 500 partite con gli Sky Blues, che al tempo non erano certo la corazzata di oggi.

Distintosi sia sul campo di battaglia, dove ottenne diverse medaglie per le sue azioni sul Fronte Orientale, è diventato leggenda per aver vinto fina finale di FA Cup giocando “con il collo spezzato”, come scrissero i giornali dell’epoca.

La storia di Trautmann: dal Fronte alla scoperta del calcio

All’anagrafe Bernhard Carl “Bert” Trautmann, nacque a Brema nel 1923 e, all’età di 16 anni, venne spedito in Polonia, il primo paese ad essere invaso dalla Germania di Hitler.

Trautmann faceva parte della Luftwaffe, ovvero l’aviatore tedesca. Era un paracadutista, e per 3 anni si distinse sul Fronte Orientale guadagnadosi anche cinque medaglie al valore, tra le quali anche Croce di Ferro.

Trasferito sul Fronte Occidentale, fu catturato dagli inglesi, risultando uno dei 90 sopravvissuti in un reggimento che contava almeno 1000 soldati tedeschi.

In questo campo di prigionia scopri l’amore per il pallone, e nel 1948 firmò per una squadra minore, il St Helens. Da qui inizia la sua leggenda in Inghilterra.

Trautmann al City, dalle polemiche alla finale di FA Cup col collo rotto

Trautmann non era ovviamente visto bene dalla tifoseria inglese per via, evidentemente, del suo passato da soldato tedesco. Oltre 20 mila persone scesero in piazza per cercare di convincere la società degli Sky Blues a non concludere l’accordo.

Tuttavia, tutti si ricredettero dopo le sue prestazioni tra i pali. Arrivato ad essere il titolare della squadra, giocò ben 545 partite e per 15 anni fu il portiere titolare, vincendo anche una FA Cup nel 1956 e perdendo una finale di Coppa d’Inghilterra l’anno precedente.

I Citizen vinserò l‘FA Cup col punteggio di 3-1 sul Birmingham, primo trofeo della società dopo oltre 30 anni. Trautmann fu nominato MVP del Match e ricevette anche i complimenti della Famiglia Reale nella persona del Principe Filippo di Edimburgo.

Quella partita è tuttavia passata alla storia per le condizioni nella quale Trautmann la giocò. A 15 minuti dalla fine ricevette un colpo tremendo al collo. Dato che al tempo non esistevano le sostituzioni, rimase in campo, giocò, vinse e festeggiò, ma quando si recò in ospedale nei giorni successivi (neanche la sera stessa o il giorno dopo) gli vennero trovate cinque vertebre del collo rotte.

Da allenatore ebbe meno fortuna: le onorificenze, la moglie e la morte

Appesi gli scarpini al chiodo, Trautmann iniziò una poco fortunata esperienza come allenatore.

Iniziò con lo Stockport per un anno, poi il ritorno in Germania con Munster e Russelsheim prima di iniziare una carriera da CT. Trautmann è stato tecnico di parecchie nazionali come Birmania, Tanzania, Liberia, Pakistan e Yemen.

Nel film The Keeper viene anche raccontata la sua vita privata, a iniziare dalle iniziali antipatie dei suoi compagni e anche della figlia del suo primo allenatore, quella Margaret Friar (Freya Mavor nel film) che poi divenne sua moglie e dalla quale ebbe anche un figlio, morto prematuramente in un incidente stradale.

Ufficiale dell’Ordine al merito di Germania nel 1997, ma anche Membro dell’ordine dell’Impero Britannico nel 2004, dal 2005 è entrato a far parte della Hall of Fame del calcio inglese, e nel 2011 in quella del calcio tedesco.

Si è spento nel 2013 all’età di 89 anni, e la UEFA gli ha anche dedicato un toccante tributo sul proprio sito ufficiale.

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