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Bivio Germania: arriva la Spagna, il precedente da incubo dell'Italia

Dopo la sconfitta contro il Giappone la nazionale di Flick non può più sbagliare, ma il calendario mette di fronte la Spagna spettacolo dei giovani

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La Nations League? Non sarà il torneo più prestigioso e ambito per un calciatore, ma è meglio non sottovalutarne i risultati, perché al netto di formazioni rimaneggiate e scarsa concentrazione la competizione può dare indicazioni sullo stato di salute di alcune nazionali.

Germania, è già crisi: il campanello d’allarme (sottovalutato) della Nations League

Si prenda il caso della Germania. Inserita nel girone dell’Italia nella terza edizione della Nations, la nazionale di Flick ha scherzato gli Azzurri a giugno, travolgendoli per 5-2, salvo poi cadere clamorosamente in casa contro l’Ungheria a settembre. Un ko che è costato il pass per le Final Four, ma che soprattutto sembra essere stato sottovalutato da tutto l’ambiente, ct incluso, visto come i tedeschi si sono presentati a Qatar 2022.

Ovvero sulla scia di una serie di risultati deludenti, se è vero che la gestione Flick, iniziata dopo Euro 2020 con otto vittorie consecutive contro nazionali di modesto valore, è poi proseguita con un solo successo, appunto quello contro l’Italia, nelle successive sette gare.

Così la sconfitta shock contro il Giappone ha messo in salita un girone che sulla carta sembrava il più sbilanciato dell’intero Mondiale e che dà certo ancora ampi margini ai campioni del mondo 2014 di aggiustare la situazione, ma che già nel prossimo turno vedrà Müller e compagni di fronte al peggior crocevia possibile, quello di domenica 27 novembre alle 20 contro la Spagna.

Spagna-Germania, sfida tra due idee di calcio mai così vicine

Il 7-0 con cui la squadra di Luis Enrique ha spazzato via la Costa Rica va infatti tarato con il peso specifico dei Ticos, parsi la squadra più leggera e meno qualitativa di tutte le 32 partecipanti insieme al Qatar, ma dà anche l’impressione di come Furie Rosse ed (ex) Mannschaft (l’estate scorsa la Federazione ha comunicato l’abolizione dello storico soprannome) vivano al momento su pianeti molto differenti.

E pensare che, dal punto di vista ideologico, i punti in comune sono tanti, dal momento che ormai da anni, precisamente da quando Pep Guardiola ha fatto tappa in Bundesliga nel Bayern Monaco, il calcio tedesco ha cambiato pelle, abbracciando una filosofia più moderna e spettacolare a discapito della storica praticità teutonica. Flick ha quindi esasperato i concetti del predecessore Jöachim Löw, a propria volta successore di Jürgen Klinsmman, che nell’ormai lontano (ahinoi) Mondiale casalingo 2006 era stato il primo a predicare la teoria del “bel calcio”, applicato ovviamente ai risultati.

Contro il Giappone, come del resto in tutta la gestione Flick, si è quindi vista una Germania “spagnoleggiante”, senza riferimenti offensivi, dedita al gioco palleggiato. Un piano A che ha funzionato nel primo tempo sul piano dello spettacolo, ma che si è scontrato con i tanti gol sbagliati e che nella ripresa ha prodotto la frittata, complici le sostituzioni di Flick che ha considerato chiusa la partita troppo presto.

Incubo Germania: la Spagna spettacolo può eliminarla dal Mondiale

Quanto alla Spagna, serviranno banchi di prova più attendibili, ma i ragazzacci di Luis Enrique sembrano seguire uno spartito conosciuto, oltre che godere di una qualità media superiore a centrocampo. Che partita aspettarsi quindi ad Al Khor? Uno dei grandi classici del calcio mondiale, nel quale la Germania cercherà la rivincita delle due sconfitte subite nella finale di Euro 2008 e nella semifinale del Mondale 2010, unico precedente tra le due nazionali al Mondiale in un match ad eliminazione diretta, non tradirà le attese, perché la Spagna, che non sembra conoscere alternative al tipo di calcio sposato ormai da tre lustri che concede ben poco alla speculazione, potrebbe essere ingolosita dalla possibilità di eliminare quella che resta una possibile rivale per il titolo.

Dall’altra parte c’è curiosità per capire come preparerà la gara Flick e se i tedeschi reagiranno con classe ed orgoglio o piuttosto si faranno divorare dall’ansia e dall’incubo della seconda, clamorosa eliminazione al primo turno in un Mondiale: perché se il flop in Russia fu epocale e inedito, il bis affratellerebbe con l’Italia, riuscita nell’impresa al contrario nel 2010 e nel 2014. E si sa come da quelle parti gli Azzurri non siano esattamente un riferimento. Ormai neppure (più) a livello tattico…

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