Dopo essere ritornato in Germania da Londra, dove era detenuto per bancarotta fraudolenta, in virtù della norma secondo la quale i cittadini stranieri condannati a più di un anno di reclusione possono essere rimandati nel Paese d’origine, Boris Becker passa all’incasso con i media: rimettersi in sesto da un punto di vista economico è cruciale, perciò l’intervista odierna a Sat1, lanciata in anteprima dalla Bild, e la docufiction sulla sua vita prodotta da Apple Tv, sono oltremodo preziose.
Questi alcuni stralci della prima: ” “In prigione non sei nessuno, sei solo un numero” ha raccontato il vincitore di 6 Slam “Il mio numero era: A2923EV, nessuno mi chiamava per nome o per cognome, ma solamente con il numero di matricola: a nessuno frega niente di chi sei”.
L’esperienza del carcere, dove il tre volte vincitore di Wimbledon ha dato una mano all’allenatore della struttura e si è tenuto impegnato in palestra, è però servita a ritrovare una parte di sé: “Ho ritrovato la persona che ero un tempo, ho imparato una lezione costosa e dolorosa: ho capito che le cose accadono sempre per un motivo”. Così è stato infine raccontato il giorno della scarcerazione: “Alle 6 ero seduto sul letto in attesa che la porta si aprisse e alle 7,30 mi hanno domandato appunto se fossi pronto; ho risposto – Andiamo. Le valigie erano pronte da un pezzo”.