C’è una missione da compiere a Rietberg, in Germania, a un tiro di schioppo dal confine con l’Olanda: battere lo svizzero Faton Vukshinaj e mantenere la cintura di campione mondiale dei medi IBO, conquistata giusto la scorsa estate. Obiettivo che Etinosa Oliha sente di poter centrare, forte di una consapevolezza nei propri mezzi che è cresciuta di pari passo con la voglia di continuare la scalata nel pugilato dei grandi.
- Sfida tra imbattuti. Ma "El Chapo" ha una dedica speciale
- La nuova vita di Oliha: il trasferimento in Germania
- Vukshinaj, il classico "fighter": le sue caratteristiche
- Oliha pensa in grande: "Voglio andare in America"
- La storia di Eti: il colpo di fulmine grazie a Rocky
Sfida tra imbattuti. Ma “El Chapo” ha una dedica speciale
“El Chapo”, 25 anni, è alla prima difesa del titolo conquistato lo scorso 23 luglio battendo ai punti con verdetto unanime il cileno Julio Alamos. Ed è anche l’uunico boxeur italiano a indossare attualmente una cintura mondiale, cosa che ne fa un imprescindibile punto di riferimento per tutto il movimento.
A Rietberg troverà pane per i suoi denti, nulla però che non possa rientrare nelle sue “facoltà”: imbattuto dopo 18 incontri disputati da professionista, Oliha sa perfettamente che la strada che conduce al gotha della categoria passa anche per sfide che sulla carta possono apparire infingarde, ma che nella realtà delle cose rappresentano scalini utilissimi da scalare.
Anche se il match organizzato da Agon Sport avrà un “sapore” particolare: sarà l’ultimo che vedrà all’angolo del pugile torinese (di origini nigeriane) quel Davide Greguoldo col quale ha condiviso praticamente tutto il suo percorso nella boxe, dalle origini ai recenti exploit fuori dai confini nazionali.
La nuova vita di Oliha: il trasferimento in Germania
L’annuncio è arrivato a poche ore dalla partenza per la Germania, e in qualche modo ha sorpreso più di un addetto ai lavori. Il motivo, stando alle parole di Greguoldo, è da riscontrare nella volontà di Agon Sport di gestire in maniera “differente” la carriera di Oliha, che da qualche mese s’è trasferito proprio in Germania, dove la società di promozione pugilistica ha una struttura adibita a centro di allenamento per i suoi atleti.
Le parti non hanno avuto molta difficoltà nel trovare un accordo consensuale per chiudere una partnership durata 12 anni, con Etinosa che ha lasciato il quartier generale di Asti, sede della Skull Boxe gestita da Greguoldo. “El Chapo” avrà dunque un motivo in più per chiudere questa lunghissima parentesi della sua carriera con un bel lieto fine.
Vukshinaj, il classico “fighter”: le sue caratteristiche
Vukshinaj, svizzero di origini kosovare, parte con i sfavori del pronostico, benché sia un pugile sufficientemente esperto e, cosa non secondaria, ancora imbattuto: a 32 anni ha combattuto 18 volte, proprio come Oliha, vincendo 16 incontri (11 prima del limite) cui ha aggiunto due no contest (verdetti pari). Dei 18 match vinti dal torinese, 8 sono stati conquistati prima del limite. Vukshinaj ha caratteristiche abbastanza differenti da quelle del campione italiano, ben spiegate da Greguoldo.
È un bel combattente, di quelli che vengono sempre avanti e che, se gli viene concesso, non hanno paura di scaricare colpi belli pesanti. Eti è sicuramente più tecnico e ha la capacità di poter leggere meglio certe situazioni, godendo di un repertorio pugilistico più ampio, potendo lavorare sia dalla media distanza, sia di accettare il corpo a corpo. Non sarà un match facile, ma abbiamole carte in regola per poter dire la nostra.
Oliha pensa in grande: “Voglio andare in America”
Da parte sua, “El Chapo” sa quanto sia importante difendere bene la cintura conquistata contro Alamos. Perché nei suoi pensieri c’è un ring oltre oceano, magari l’MGM di Las Vegas, il teatro dei sogni di tutti coloro che indossano i guantoni e passano ore e ore ad allenarsi in palestra. Oliha al riguardo è stato piuttosto chiaro, spiegando quelli che sono i suoi progetti “da grande”.
È giusto sognare certi palcoscenici, e spero di poterli avvicinare vincendo altri match, proprio come quello con Vukshinaj. Mi rendo conto che sarà un test assai probante: mi aspetto una bella lotta, prolungata e piuttosto complicata. Però se questo deve essere il mio trampolino di lancio, allora cercherò di sfruttare al meglio l’occasione. Fisicamente sto bene: mi sono preparato a Palma de Maiorca nell’ultimo mese e mezzo, e tutto è andato secondo i piani. Sono pronto a tutto, ma non certo a cedere la cintura.
La storia di Eti: il colpo di fulmine grazie a Rocky
Etinosa Godwin Oliha è nato il 13 giugno 1998 a Torino da una famiglia nigeriana che s’è trasferita ad Asti quando lui aveva appena 5 anni. La boxe è entrata nella sua vita da bambino, quando davanti alla tv s’è letteralmente innamorato del personaggio di Rocky Balboa. Più concretamente, però, è nel 2012 che comincia a diventare qualcosa in più di una semplice idea: l’evento “Sport in piazza” organizzato nella cittadina astigiana fa scoccare la scintilla e lo convince a entrare nella Skull Boxe di Greguoldo, il primo che ne osserva le qualità, intuendo che possa esserci stoffa per cucire un abito bello e su misura.
Da dilettante Eti diventerà campione italiano Youth, ma già a 19 anni passa professionista. Vince un titolo WBC italiano nel 2018, poi nel 2020 è il più giovane di sempre a conquistare il titolo italiano dei pesi medi, togliendo il record a un certo Nino Benvenuti. Cosa che gli consente di andare per un periodo a Las Vegas, dove diventa sparring partner di Badou Jack, campione mondiale WBC e WBA dei supermedi e dei massimi leggeri, e di Caleb Plant, campione IBF dei supermedi, frequentando la City Athletic Boxing e la Mayweather Boxing Club.