Tutto ruota intorno all’Arabia Saudita. La nuova Mecca (in tutti i sensi) dello sport, se è vero che dopo i colpi multimilionari che da settimane hanno letteralmente invaso il mercato del calcio tocca ora alla boxe “rispondere” con un altro evento di portata mondiale.
Non è una novità assoluta, ma è comunque una sensazione nuova: in Medio Oriente bramano all’idea di vedere campioni darsele di santa ragione, e con la coppia composta da Tyson Fury e Francis Ngannou hanno certamente raggiunto l’obiettivo desiderato.
Il prossimo 28 ottobre a Riyadh saranno loro a monopolizzare l’attenzione, nonostante non ci sarà alcun titolo dei pesi massimi in palio: seppur Fury sia detentore della cintura WBC, essendo Ngannou un atleta MMA la sfida verrà considerata alla stregua di un march d’esibizione, seppur disputato con le consuete regole utilizzate nel mondo della box (12 riprese e sistema di 10 punti a ripresa con tre giudici a bordo ring).
Fury, il solito incendiario
Questo perché nel regolamento WBC è previsto che un campione in carica possa comunque effettuare nel corso di un anno un incontro che non preveda che il titolo venga messo in palio. Seppur esiste una “postilla” che potrebbe far saltare tutto all’ultimo momento.
Agli arabi interessa fare rumore, farsi vedere, promuovere attraverso lo sport quell’ideale di sportwashing che da tanto tempo aleggia un po’ in ogni angolo del globo terrestre. Promosso da Queensberry, Top Rank e dal team Ngannou, GIMIK Fight Promotions, in collaborazione con Riyadh Season, il match promette di far parlare tanto di sé.
E per non farsi mancare nulla, i due diretti interessati non se le sono mandate a dire sin dal primo istante in cui hanno messo al corrente tutto il globo della volontà di ritrovarsi l’uno contro l’altro. Fury, come da abitudine, ha subito incendiato l’aria:
Non appena suonerà il gong del primo round esploderanno le bombe! Questo ragazzo dovrebbe essere il pugile più duro del mondo, ma vediamo come reagisce quando viene colpito dal “Gypsy King” . Non vedo l’ora di tornare sotto le luci del ring. Voglio dimostrare al mondo che sono il più grande combattente di questa generazione in un’epica battaglia con un altro maestro della sua arte. Francis sembrava tosto quando è saltato sul ring dopo il match con Whyte e mi ha sfidato, ma non c’è nessuno più duro di me, e lo vedrete tutti in maniera devastante il 28 ottobre. Sarà una lotta per secoli. Alzatevi tutti!
The Predator nel futuro
Francis Ngannou, origini camerunensi ma passaporto francese, è uno dei maggiori interpreti delle arti marziali dell’ultimo decennio. Ma l’idea di cimentarsi nella boxe, in modo particolare contro Fury, gli balenava in testa da tempo.
Sono tre anni che aspetto di incontrarlo sul ring. Il mio sogno è sempre stato quello di boxare e di farlo al meglio. Dopo essere diventato il campione indiscusso dei pesi massimi MMA, questa è la mia opportunità per realizzare quel sogno e consolidare la mia posizione di uomo più cattivo del pianeta. Tutto quello che dirò a Fury per ora è che è meglio che balli su quel ring perché se lo tocco, potrebbe andare a dormire in fretta.
“The Predator”, come è stato ribattezzato, lo scorso maggio ha firmato un contratto con la Professional Fighters League, diventando libero professionista e abbandonando definitivamente l’UFC (peraltro da campione in carica) dopo i dissidi con il board relativamente ai compensi destinati agli atleti. Per lui questo rappresenta un vero e proprio inizio, aspettando di combattere nella MMA nel 2024.
La questione titolo WBC
Fury ha ottenuto un permesso speciale dalla WBC per combattere a Riyadh. E ciò è dovuto al fatto che nell’ultimo anno, dopo aver combattuto contro Derek Chisora, ha inseguito vanamente l’idea di un match contro Oleksandr Usyk per unificare tutti i titoli dei pesi massimi.
Fino a quando non ci sarà uno sfidante ufficiale per il titolo (non necessariamente Usyk), Fury avrà la strada spianata per combattere contro Ngannou. Qualora però da qui a ottobre dovesse concretizzarsi l’ipotesi di un match titolato, ecco che la sfida esibizione con il camerunense tornerebbe subjudice.
E siccome a Riyadh il prossimo 28 ottobre un match ci sarà (impossibile che i due possano tornare sui loro passi), a quel punto “Gipsy King” rischierebbe addirittura di perdere d’ufficio il titolo WBC. Possibilità che il tutto possa accadere? Poche, visti i tanti soldi messi sul tavolo dagli arabi. Ma nella vita, mai direi mai.