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Boxe, Marsili sconfitto solo dalla sfortuna: la spalla va ko, addio all'imbattibilità e al titolo EBU dei medi

Sfortunatissimo il pugile di Civitavecchia, costretto al ritiro dopo 8 round per un problema alla spalla quando era in vantaggio. Ma forse non è ancora finita.

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Roberto Barbacci

Roberto Barbacci

Giornalista

Giornalista (pubblicista) sportivo a tutto campo, è il tuttologo di Virgilio Sport. Provate a chiedergli di boxe, di scherma, di volley o di curling: ve ne farà innamorare

La prima sconfitta in carriera di Emiliano “Tizzo” Marsili è soltanto figlia della malasorte. Che gli nega la gioia di riprendersi il titolo europeo dei medi nella sfida disputata alla York Hall di Londra contro il gallese Gavin Gwynne, salvato soltanto da una maledetta spalla che decide di uscire a metà dell’ottava ripresa, costringendo il pugile laziale ad abbandonare un match nel quale era nettamente in vantaggio sul cartellino dei giudici. In un solo colpo così sfumano due grandi obiettivi inseguiti da Marsili: la riconquista del titolo EBU e il mantenimento di un ruolino di marcia da imbattuto. Anche se parlare di sconfitta è quantomeno azzardato.

Marsili, una lezione di tattica e combattimento

Chi si aspettava un incontro a senso unico, col gallese forte dei 14 anni in meno sulla carta d’identità e i 14 centimetri in più d’altezza, è rimasto decisamente sorpreso. Perché il match l’ha condotto chiaramente Marsili, bravissimo a non dare punti di riferimento all’avversario e sempre pronto a entrare nella guardia, sfruttando doti di rapidità invidiabili pensando alle 47 primavere che porta sulle spalle.

Dopo aver subito fatto capire al rivale di casa che non sarebbe stata affatto una passeggiata (nel primo round con un gancio sinistro gli ha dato subito il “benvenuto” sul ring), nelle prime 4 riprese il boxeur di Civitavecchia ha cercato soprattutto di restare a debita distanza, evitando che Gwynne potesse azionare le sue lunghe leve. E a furia di spostarsi sul quadrato ha costretto il gallese a rincorrerlo dappertutto, impedendogli di assestare colpi degni di tal nome.

Il momento chiave: l’infortunio nell’ottava ripresa

Quando “Tizzo” ha cominciato ad accettare lo scontro il match è cambiato, con il britannico che ha trovato più continuità nell’azione, mostrando anche timidi segnali di crescita nel corso della settima e ottava ripresa. Ma è stato in quel momento che il match ha cambiato volto, quando un persistente dolore alla spalla destra ha costretto Marsili a ricorrere alle cure del caso. E con una spalla ridotta in quella maniera, continuare a combattere sarebbe stato un azzardo troppo grosso.

La beffa è arrivata nel break tra l’ottavo e il nono round: il ritiro è stato un passaggio obbligato, con il pugile laziale che ha dovuto così rinunciare al proposito di mettere le mani sul titolo che era già stato suo tra il 2013 e il 2015. Gwynne ha esultato sapendo di averla scampata bella, ma forse ha sorriso un po’ meno una volta che i giudici hanno consegnato i cartellini all’arbitro.

L’altra beffa: Marsili avanti nei cartellini dei giudici

È stato quello il momento nel quale Marsili ha fatto incetta di rimpianti: la lettura ha infatti reso evidente la superiorità di “Tizzo” fino a quel momento del match, con due cartellini che lo davano avanti (78-74 e 77-75) e uno che vedeva il gallese appena in vantaggio (75-77). Per quanto l’inerzia dell’incontro stava lentamente cambiando, andando a favore del pugile britannico, la sensazione è che “Tizzo” avrebbe comunque potuto portare il match fino a conclusione senza particolari problemi, giocandosi poi tutte le proprie chance ai punti. Al di là della delusione per un epilogo immeritato, resta la sensazione di aver assistito ancora una volta a un piccolo capolavoro di preparazione, tecnica e tattica.

Il grande dilemma: fermarsi o riprovarci?

Marsili aveva annunciato che questo sarebbe stato il suo ultimo incontro da professionista, anche se a questo punto non è da escludere un ripensamento, perché chiudere con una sconfitta tanto beffarda una carriera fatta di 44 match, di cui 42 vinti (16 prima del limite) più un pari, non è forse la conclusione che “Tizzo” avrebbe voluto immaginare. Soprattutto non per come è arrivata, cioè con un maledetto infortunio che lo ha privato di un ultimo grande exploit.

Comunque vada, la carriera del boxeur di Civitavecchia rimane una delle migliori nella storia del pugilato italiano. Col rimpianto di non aver avuto mai una chance per disputare un incontro con il palio una cintura mondiale (e si che l’avrebbe meritata), ma con la consapevolezza di aver dimostrato alle soglie dei 50 anni tutto il proprio immenso valore. Gwynne l’ha scampata bella, ma chissà che non ci scappi una rivincita. Giusto per vedere chi l’avrebbe avuta vinta ad armi pari fino alla 12esima ripresa.

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