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Mazzarri oltre il meme: la carriera dell’allenatore che riportò il Napoli tra le big di Serie A

Walter Mazzarri, l'allenatore che riportò il Napoli nell'élite del calcio italiano: la sua carriera dall'exploit con la Reggina fino al (terzo) ritorno nel club partenopeo

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Matteo Morace

Matteo Morace

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Diventato virale sul web per le sue interviste post partita e per le sue reazioni in panchina, Walter Mazzarri è un allenatore celebre per il suo innovativo 3-5-2, poi ripreso e modificato da tanti allenatori come Antonio Conte e Simone Inzaghi, e che ha lasciato il segno in quasi tutte le piazze dove ha allenato, soprattutto al Napoli, dove insieme ai tre tenori, Hamsik, Lavezzi e Cavani, era riuscito a riportare il club partenopeo nell’élite del calcio italiano.

Carriera da calciatore

Nato a San Vincenzo (LI) il 1° ottobre 1961, Walter Mazzarri cresce calcisticamente nelle giovanili di Follonica e Fiorentina. Centrocampista dalla buona carriera, ha giocato in tutte le categorie del campionato italiano comprese tra la Serie C2 e la Serie A, vestendo le maglie di Pescara, Cagliari, Reggiana, Empoli, Licata, Modena, Nola, Viareggio, Acireale e Torres, dove disputa la sua ultima stagione da calciatore nel 1994/1995.

Gli inizi da allenatore e la rapida scalata

Appesi gli scarpini al chiodo intraprende la carriera di allenatore facendo da assistente a Renzo Ulivieri. Una volta ottenuta l’abilitazione ad allenatore professionista inizia la sua carriera in panchina all’Acireale in Serie C2 nel 2001/2002, per poi continuare a salire di categoria di anno in anno allenando la Pistoiese in Serie C1 nel 2002/2003, il Livorno in Serie B nel 2003/2004 (dove conquista la promozione al massimo campionato italiano) e la Reggina in Serie A nel 2004/2005.

Fonte: ANSA

Mazzarri ai tempi della Reggina con Lillo Foti

Gli exploit tra Reggina e Sampdoria

Alla sua prima partita da allenatore in Serie A, un pareggio per 0-0 contro l’Udinese, viene subito ammonito dal giudice sportivo per aver fumato in panchina nonostante l’ufficialità del divieto. Alla guida della Reggina è protagonista di tre stagioni molto positive in cui conquista sempre la salvezza mantenendo un buon margine sulla zona retrocessione.

Sorprendente è soprattutto la stagione 2006/2007, con i calabresi che si salvano nonostante gli 11 punti di penalizzazione a causa dello scandalo Calciopoli. Senza la penalizzazione la squadra avrebbe ottenuto la qualificazione in Intertoto grazie al teorico 8° posto finale.

La stagione successiva diventa il tecnico della Sampdoria, con cui al primo ottiene la qualificazione in Coppa Uefa grazie all’ottimo 6° posto finale. La stagione successiva i blucerchiati sono invece protagonisti di un campionato sottotono che si conclude con il 13° posto in Serie A, ma raggiungono la finale di Coppa Italia poi persa ai rigori contro la Lazio.

Fonte: ANSA

L’allenatore con la maglia della Sampdoria

L’approdo al Napoli, i tre tenori e il primo titolo dei partenopei dai tempi di Maradona

Terminata l’esperienza alla Sampdoria, nel 2009 viene chiamato a sostituire Roberto Donadoni al Napoli dopo che erano già state disputate le prime sette giornate di campionato. Si tratta di un ritorno per Mazzarri, che si era già seduto sulla panchina partenopea come vice di Ulivieri nel 1998/1999.

Al Napoli il tecnico toscano allena Marek Hamsik, Ezequiel Lavezzi e Edison Cavani, che sotto la sua gestione vengono rinominati i tre tenori e diventano uno dei tridenti più forti del campionato italiano e non solo. Grazie soprattutto ai tre tenori e a Mazzarri il club partenopeo riesce a tornare nell’élite del calcio italiano, ottenendo nel 2010/2011 il primo podio in Serie A (3° posto) dopo ventuno anni. L’ultimo risaliva infatti alla conquista del secondo scudetto azzurro.

La stagione seguente il Napoli chiude il campionato al 5° posto, ma torna a conquistare un trofeo, la Coppa Italia, a distanza dell’ultimo, che fu la Supercoppa italiana vinta nel 1990/1991, quando ancora c’era Maradona in squadra. Nel 2012/2013 ottiene invece il 2° posto in Serie A, suo miglior piazzamento, alle spalle della Juventus.

L’esperienza all’Inter e il primo esonero

Dopo quattro stagioni al Napoli, Mazzarri viene chiamato ad allenare l’Inter. I nerazzurri sono però una lontana versione della squadra capace di vincere il Triplete solamente tre anni prima e sono addirittura reduci da un 9° posto in campionato. La prima stagione milanese del tecnico toscano è tutto sommato positiva, con l’Inter che termina al 5° posto in Serie A e si qualifica per l’Europa League.

I risultati non esaltanti all’inizio della stagione successiva fanno sì che il rapporto tra la tifoseria nerazzurra e l’allenare s’incrini, con Mazzarri che dopo undici giornate viene esonerato per la prima volta in carriera per far posto al ritorno di Roberto Mancini.

Le panchine tra Watford, Torino e Cagliari

Dopo due anni sabbatici, nel 2016 torna ad allenare e lo fa cambiando per la prima volta nazione. Mazzarri viene infatti ingaggiato dal Watford, club inglese della Premier League. L’impatto con il nuovo campionato, e con la nuova lingua, non è dei più semplici, ma nonostante tutto raggiunge l’obiettivo minimo della salvezza.

Nel gennaio del 2018 fa il suo ritorno in Serie A sulla panchina del Torino, che termina la stagione al 9° posto. La stagione successiva trascina i granata al 7° posto in Serie A a sole sei lunghezze di distanza dalla zona Champions. L’anno dopo non riesce a ripetere quanto di buono fatto vedere nei campionati precedenti e nel febbraio 2020, di comune accordo con la società, risolve il proprio contratto.

Nel 2021 viene chiamato a sostituire Leonardo Semplici sulla panchina del Cagliari ma, complice un rapporto problematico con il presidente Tommaso Giulini e i giocatori del club sardo, viene esonerato a poche partite dal termine del campionato.

Il ritorno al Napoli

Dopo l’esperienza al Cagliari, Mazzarri non ha più allenato fino al 14 novembre 2023, quando, dieci anni dopo la sua ultima panchina con il Napoli, fa il suo secondo ritorno nel club partenopeo, con l’obiettivo di migliorare il quarto posto occupato dagli azzurri al momento dell’esonero di Rudi Garcia.

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