Si apre ufficialmente oggi il capitolo relativo alla giustizia sportiva sull’indagine “Doppia Curva” avviata dalla Procura della Repubblica di Milano sui gruppi ultrà di Inter e Milan: i magistrati hanno trasmesso gli atti alla Procura Figc, che ora dovrà valutare le responsabilità delle due società e dei loro tesserati.
- Caso ultrà, la Procura Figc riceve atti dell’indagine
- Caso ultrà, cosa rischiano Inter e Milan
- Caso ultrà, cosa rischiano i calciatori di Inter e Milan
Caso ultrà, la Procura Figc riceve atti dell’indagine
L’indagine della Procura della Repubblica di Milano sulle presunte attività illecite degli ultrà di Inter e Milan è conclusa, il che vuol dire che anche la giustizia sportiva può iniziare il suo lavoro per accertare eventuali responsabilità da parte delle due società sportive milanesi e dei loro tesserati.
La Procura Figc, che aveva chiesto gli atti lo scorso 1 ottobre, ovvero quando si erano diffuse le prime notizie sull’inchiesta, li ha potuti ricevere solo oggi. Adesso ha 60 giorni per l’indagine sportiva, a cui potrebbero però aggiungersene altri 40 di proroga.
Caso ultrà, cosa rischiano Inter e Milan
Il primo compito da parte del procuratore federale Giuseppe Chinè e della sua squadra sarà quello di verificare eventuali violazioni del Codice di Giustizia Sportiva da parte di Inter e Milan e dei loro tesserati. Nel caso in cui fosse accertata la responsabilità oggettiva, i due club potrebbero incorrere in sanzioni economiche; se le responsabilità fossero invece più gravi, non è da escludere che la Procura Figc possa chiedere anche la penalizzazione in classifica.
Caso ultrà, cosa rischiano i calciatori di Inter e Milan
Quanto ai singoli tesserati, la Procura Figc dovrà accertare in particolare se sussiste per qualcuno di loro la possibile violazione dell’articolo 25 del Codice di Giustizia Sportiva, denominato “Prevenzione di fatti violenti”. Tale articolo, al comma 10, vieta ai tesserati della Figc “di avere rapporti con esponenti di gruppi o gruppi di sostenitori che non facciano parte di associazioni convenzionate con le società”. I gruppi ultrà al centro dell’inchiesta penale non rientrano appunto tra le associazioni convenzionate: per questa violazione i calciatori interessati dall’indagine rischiano una ammenda di ben 20mila euro e una squalifica dalle 2 alle 3 giornate.