Cassano a briglie sciolte nel consueto podcast “Viva El Football” che lo vede comparire in video al fianco dei consueti compari Lele Adani e Nicola Ventola. Il Pibe di Bari non perde occasione per suscitare discussioni e polemiche con affermazioni colorite nei confronti di addetti ai lavori oppure ex compagni di squadra. Stavolta il bersaglio è un altro componente della famiglia Inzaghi: dopo Simone è toccato a Pippo beccarsi gli improperi dell’amico pugliese.
- Da Simone a Filippo: Cassano all'attacco
- Scarso ma furbo, la grande dote di Inzaghi
- L'aneddoto dei cross di Abate e Antonini
Da Simone a Filippo: Cassano all’attacco
Simone Inzaghi non sa allenare e il fratello Pippo non sapeva giocare a calcio. Questa è la sintesi del pensiero di Antonio Cassano nei confronti dei due fratelli. Se per il tecnico il concetto era già chiaro da tempo, poiché annunciato a più riprese, ha più elementi innovativi la nuova accusa celata in realtà dietro un sincero complimento. L’ex calciatore di Milan e Inter ha raccontato la principale dote del suo vecchio compagno di squadra ovvero il senso della posizione. Ma nel farlo ha demolito tutto il resto.
Scarso ma furbo, la grande dote di Inzaghi
Ma più che interpretarle vi citiamo direttamente le parole di Cassano: “Ho giocato con fenomeni molto più forti di Inzaghi ma in area di rigore era il numero uno e arrivava per primo pure sulle svirgolate. Una roba folle che ancora non ci credo. Lui era furbo, lavorava, stava sul pezzo. Era scarsissimo tecnicamente, non sapeva fare tre palleggi di sinistro. Però come si muoveva in area di rigore…Sapeva dove cadeva la palla“.
L’aneddoto dei cross di Abate e Antonini
A quel punto Cassano ha raccontato un aneddoto per far comprendere quello che era da calciatore Pippo Inzaghi: “Il venerdì facevamo allenamento con gli esterni come Abate e Antonini che provavano i cross in mezzo dalla fascia. Io, Ibrahimovic, Pato e Robinho provavamo ad attaccare la porta ma a volte capitava che loro sbagliassero il cross e uno andava sul primo palo al posto che sul secondo. Sono diventato matto e ancora oggi non me ne capacito. Quando sbagliavano il cross, Inzaghi era lì e riusciva lo stesso a capire la palla dove andava“.