La competenza e il talento non gli mancano, qualche volta però difetta di personalità e ricorre troppo spesso alla tecnologia per togliersi dagli impacci. Maurizio Mariani, fischietto di Aprilia, è uno degli arbitri di serie A che si affida più frequentemente al VAR: e molto probabilmente non è un caso.
- Che mestiere fa l'arbitro Mariani
- Come Mariani è diventato arbitro
- Gli errori più clamorosi dell'arbitro Mariani
Che mestiere fa l’arbitro Mariani
Di professione, infatti, Mariani fa il consulente informatico: normale, per lui, consultare con consuetudine monitor e vivisezionare fotogrammi. Nato a Roma il 25 febbraio 1982, cresciuto ad Aprilia e sposato con Noemi, dal febbraio 2014 è diventato papà della piccola Mia.
La passione da arbitro è sbocciata cammin facendo. Da ragazzo sognava di entrare in Marina, si è ritrovato dopo qualche anno a calcare i campi della serie A.
Come Mariani è diventato arbitro
La prima direzione di gara a 16 anni, quando già aveva raggiunto Venezia per completare gli studi alla Scuola navale militare ‘Francesco Morosini’. Un po’ per gioco, un po’ perché ci credeva sul serio, si è iscritto al corso per effettuare l’esame da arbitro: promosso a pieni voti. Il debutto in massima serie il 6 gennaio 2013, per Chievo-Atalanta. Nel 2019 è diventato internazionale.
Gli errori più clamorosi dell’arbitro Mariani
In campo si fa apprezzare per la conoscenza del gioco, la preparazione fisica e tecnica, la maturità e il buon senso. Inoltre, ha un buon feeling con tutti i calciatori: predilige il dialogo alle maniere forti e non è eccessivamente prodigo di cartellini. I rigori, poi, li fischia raramente. Anche troppo raramente.
Si è già accennato al suo ricorso sistematico al VAR, ma quando l’assistente in sala tv è distratto, allora sono dolori. È accaduto il 20 agosto 2018, prima giornata di campionato, Sassuolo-Inter, intervento scomposto di Magnanelli su Asamoah. Rigore? No. E mare di polemiche su Mariani, ovviamente di marca nerazzurra.