Ne avrà ancora parecchia di strada da fare Egan Bernal per vincere quella che lui stessa ha definito “la gara più dura della mia vita”. Dopo l’incidente nel quale è rimasto coinvolto lo scorso 24 gennaio, le numerose fratture riportare e le tante operazioni subite, il leader della Ineos Grenadiers sta rispondendo bene alle prime cure e al processo riabilitativo, per stessa ammissione dei medici che lo curano.
Nessuna data per il rientro, ma un certo ottimismo che lascia ben sperare, almeno in questa prima fase, sul recupero del vincitore dell’ultimo Giro d’Italia. A prendere la parola ora è stato il dottor Manuel Ignacio Gutiérrez Zamora, cioè colui che sta guidando il team di medici che si sta occupando della situazione del vincitore del Tour de France 2019. Queste le sue parole nel programma Por los Campos del Deporte sul canale RCN Antena 2:
“Il team medico è stato totalmente concentrato sul proprio lavoro ed è stato molto serio sul fornire informazioni su di un paziente che ha subito un politrauma, la cui vita era a rischio e per il quale siamo riusciti a risolvere i problemi, dando ad ognuno la giusta priorità”.
Per quanto riguarda la frattura della rotula:
“Era una frattura scomposta. Ha richiesto un lavaggio chirurgico e una fissazione con un sistema che ha permesso una mobilitazione della frattura. Oggi fortunatamente abbiamo nel ginocchio una mobilità adeguata di circa 90 gradi senza dolore, che ci permette di pensare ad una prognosi molto buona. È questa è una cosa molto buona per lui dato il suo stato di atleta di alto livello. In futuro potrebbe essere necessario rimuovere il materiale che abbiamo usato per l’osteosintesi”.
“Adesso il processo di riabilitazione continua – ha aggiunto – Nella clinica abbiamo il team multidisciplinare necessario per occuparcene. Possiamo occuparci della tua colonna, del fianco, del ginocchio… Siamo concentrati sulla riabilitazione, sul dolore e stiamo tutti lavorando su questo aspetto alla Clinica de la Sabana. Una data? È molto difficile parlare di tempistiche, anche se è quello che tutti vogliono sapere”.
Dunque, i segnali sono incoraggianti fino a questo momento, e tutti sperano in una guarigione più rapida:
“La medicina non si può porre come una scienza matematica e ancora non possiamo parlare di tempi esatti. Stiamo andando con i giusti tempi ed abbiamo il vantaggio di essere davanti ad una persona giovane, magra, con un’eccellente risposta cardiovascolare e speriamo che lui continui a rispondere nello stesso modo“.