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Ciclismo, Freccia Vallone: Stephen Williams il piĆ¹ "caldo" nel gelo della Vallonia, che beffa per Vaquelin

Il freddo spariglia le carte alla Freccia-Vallone: a sorpresa vince il gallese Williams, che sul Muro di Huy mostra di avere le gambe migliori. Skjelmose, Hirschi e Pidcock non pervenuti

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Roberto Barbacci

Roberto Barbacci

Giornalista

Giornalista (pubblicista) sportivo a tutto campo, ĆØ il tuttologo di Virgilio Sport. Provate a chiedergli di boxe, di scherma, di volley o di curling: ve ne farĆ  innamorare

Nel freddo della Vallonia il piĆ¹ ā€œcaldoā€ ĆØ Stephen Williams. Che un poā€™ a sorpresa vince lā€™edizione numero 88 della Freccia-Vallone mostrando di avere le gambe migliori sul tremendo Mur de Huy, che al solito decide una corsa bella e avvincente, segnata mai come questā€™anno dallā€™inclemenza del tempo. Con temperature che hanno sfiorato anche gli zero gradi, ben diverse rispetto a quelle incontrate dai corridori nel corso della campagna del Nord. Un colpo da finisseur puro col quale ha sparigliato le carte e bruciato la concorrenza: non ĆØ riuscita la rimonta a Vaquelin, che ha pagato dazio a unā€™esitazione di troppo e sā€™ĆØ visto impossibilitato a recuperare nei metri conclusivi.

Williams e la vittoria inseguita una vita

Orfana del vincitore della passata stagione, cioĆØ Tadej Pogacar, la Freccia ha comunque offerto uno spettacolo godibile e di assoluto livello, al netto di condizioni proibitive. Il colpaccio ha provato a farlo soprattutto il danese Soren Kragh Andersen, che ĆØ uscito presto dal gruppo ed ĆØ arrivato ad accumulare fino a oltre un minuto e mezzo di vantaggio sul penultimo passaggio di giornata sul Muro di Huy, quando mancavano una trentina di chilometri allā€™arrivo.

Quando il gruppo ha cominciato ad aumentare lā€™andatura, lā€™attacco ĆØ stato ripreso e tutto ĆØ stato preparato per il gran finale di giornata, con Santiago Buitrago, Richard Carapaz e Stephen Williams (Israel Premier Tech) tra i piĆ¹ pimpanti nelle fasi conclusive della corsa. E proprio questā€™ultimo ha sfruttato lā€™occasione della vita, riuscendo a cogliere lā€™attimo buono per risalire dalla decima posizione del gruppetto dei migliori, trovando un pertugio sulla sinistra e infilando una rasoiata di rara efficacia.

Che beffa per Vaquelin

Pur piantandosi un poā€™ negli ultimi 100 metri, il gallese ha saputo resistere al ritorno di Kevin Vaquelin (Arkea B&B Hotels), che ha mostrato di avere una grande gamba negli ultimi 100 metri, senza perĆ² avere lo spazio necessario per completare la rimonta. Sul podio cā€™ĆØ salito anche Maxim Van Gils (Lotto Dstny), attardato di tre secondi rispetto ai due battistrada e bruciando allo sprint Cosnefroy e Buitrago. Benoot, molto attivo nel finale, ha chiuso al nono posto, Carapaz solo 12esimo.

Quanti big non pervenuti! Male gli italiani: Formolo 24esimo

Hanno deluso le attese i big piĆ¹ attesi alla vigilia: Skjelmose (secondo lo scorso anno), Hirschi (vincitore nel 2020) e soprattutto Pidcock, recente vincitore allā€™Amstel Gold Race, che di fatto non sā€™ĆØ mai fatto vedere nelle prime posizioni e che ha pensato in prospettiva Liegi, dove domenica prossima proverĆ  a sfidare van der Poel e Pogacar.

Freccia non certo densa di significati per gli italiani: il migliore al traguardo ĆØ stato Davide Formolo, che ha chiuso al 24esimo posto, in quella che ĆØ una gara tanto cara al compianto Davide Rebellin, che per tre volte ha trionfato sul Muro di Huy (2004, 2007 e 2009).

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