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Mistero Vingegaard dopo pneumotorace, papà Claus: "Non sono riuscito a parlarci e non veniamo informati sulle condizioni"

Non si conoscono nel dettaglio le reali condizioni del corridore della Visma. I genitori ammettono: "Siamo tenuti all'oscuro, quel che sappiamo lo leggiamo sul web". Indizi di una "crisi" in famiglia?

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Roberto Barbacci

Roberto Barbacci

Giornalista

Giornalista (pubblicista) sportivo a tutto campo, è il tuttologo di Virgilio Sport. Provate a chiedergli di boxe, di scherma, di volley o di curling: ve ne farà innamorare

Non arrivano buone notizie in merito alle condizioni di Jonas Vingegaard. Che resta ricoverato nel reparto di terapia intensiva dell’ospedale Txagorritzu di Vitoria, nei Paesi Baschi, a una settimana ormai dalla terribile caduta nella quale è rimasto coinvolto nel corso della quarta tappa dell’Itzulia. I bollettini ufficiali restano abbastanza sul generico, così sono i rumors (contrastanti) raccolti da più testate spagnole ad alimentare preoccupazione attorno alle condizioni del corridore danese.

Papà Claus ammette: “Non siamo stati coinvolti”

L’ultimo in ordine di tempo riguarda l’impossibilità riscontrata dal papà del ciclista della Visma Lease a Bike di mettersi in contatto con il figlio. Non sono riuscito ancora a parlagli dopo la caduta”, ha spiegato Claus Vingegaard alla testa danese Ekstra Bladet.

“Quello che sappiamo lo leggiamo dai giornali o dagli articoli sul web. Non siamo riusciti a metterci in contatto con lui e le informazioni essenziali che riceviamo arrivando dalla moglie Trine (presente a Vitoria assieme alla suocera di Vingegaard, la signora Rosa).

Questa situazione è parecchio fastidiosa, ma non è stata una nostra decisione quella di non voler comunicare troppi dettagli all’esterno. La squadra non ci mette al corrente di nulla, così a noi non resta che leggere qualcosa in qua e là e sapere da Trine se ci sono miglioramenti giorno per giorno. Non abbiamo messo in preventivo neppure l’ipotesi di recarci in Spagna, anche perché credo che Jonas in questo momento non abbia la possibilità di ricevere visite. Aspettiamo e vediamo come evolvono le cose”.

Non c’è più l’idillio nella famiglia Vingegaard?

Quello che sorprende della vicenda non è tanto il riserbo sulle condizioni del vincitore degli ultimi due Tour de France, quanto soprattutto l’impossibilità dei genitori di poter raccogliere tutte le informazioni desiderate. La famiglia Vingegaard fino allo scorso anno è sempre apparsa molto unita durante tutte le competizioni alle quali Jonas ha preso parte. Ed era apparsa già anomala la decisione del corridore e della moglie Trine di trasferirsi in Svizzera alla fine del 2023, lasciando di fatto la Danimarca (lo stesso ciclista aveva sempre detto di non volerlo fare), sintomo evidentemente di qualche dissapore o frattura emerso nel contesto familiare.

Anche la scelta di Vingegaard di adottare ufficialmente il cognome della moglie (Hansen) era sembrata una mossa abbastanza inusuale. Quanto affermato da papà Claus sembrerebbe lasciare intendere che i rapporti, se non deteriorati, abbiano subito in qualche modo un’incrinatura, tale da “consigliare” ai genitori del campione di non recarsi neppure a Vitoria.

Le indiscrezioni dei media spagnoli e l’intervento al polmone

In virtù anche di questa mancanza di comunicazione, resta oltremodo difficile capire anche quali siano le reali condizioni di Jonas. Che secondo alcune testate spagnole sarebbe stato sottoposto a un intervento per ridurre il danno dovuto al (presunto) pneumotorace emerso durante gli accertamenti, che si sarebbe andato a sommare alla frattura della clavicola (sulla quale è stata ridotta chirurgicamente la frattura) e le varie costole fratturate o incrinate.

Nel comunicato che la Visma ha rilasciato nella giornata di martedì si parla solo dell’intervento alla clavicola, senza fare accenno ad altre problematiche, né alla degenza in terapia intensiva. Il quotidiano El Pais ha parlato di situazione monitorata appunto nel reparto di terapia intensiva, dove viene controllato il tubo che è stato inserito attraverso il lato del torace nel parenchima cercando l’esatta pressione negativa per liberare il polmone dall’aria collassata, senza rompere il tessuto”. Una ricostruzione che lascia intendere una fuga di notizie troppo accurata per non dar adito a qualche dubbio.

Il futuro rimane un’incognita. Intanto Cras è tornato a casa

Molti esperti in questi giorni si stanno lanciando sull’argomento, formulando ipotesi sul futuro del corridore: per alcuni addirittura è la carriera stessa ad essere a forte rischio, altri addirittura sostengono che sia possibile un recupero lampo per il Tour che scatterà da Firenze tra 80 giorni. Più logico però pensare a un recupero graduale, in base anche a quelle che saranno le settimane di convalescenza (e senza conoscere nel dettaglio i traumi riportati risulta difficile fare previsioni).

Per ora, come detto, regna solo l’incertezza, dovuta anche alle pochissime informazioni trapelate all’esterno. Chi invece almeno può dire di aver rivisto la luce è Steffi Cras, un altro dei corridori coinvolti nella terribile caduta di mercoledì scorso: il ciclista della TotalEnergies, che ha subito un pneumotorace, è riuscito a tornare in Belgio viaggiando di un mezzo della squadra, evitando di effettuare il viaggio in aereo.

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