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Ciclismo, il bollettino degli infortunati: Vingegaard ancora in ospedale, recupero lento per Van Aert (e Giro a forte rischio)

Non passa giorno senza un bollettino "di guerra" sui reduci dalle cadute delle ultime settimane. Vingegaard ancora a Vitoria, operato alla clavicola. Evenepoel e Stuyven presto in bici, Van Aert non migliora

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Roberto Barbacci

Roberto Barbacci

Giornalista

Giornalista (pubblicista) sportivo a tutto campo, è il tuttologo di Virgilio Sport. Provate a chiedergli di boxe, di scherma, di volley o di curling: ve ne farà innamorare

La settimana più difficile e cruenta che il ciclismo moderno ricordi è finalmente alle spalle, ma la conta dei danni è ancora lungi dal potersi definire conclusa. Perché non passa giorno in cui un nuovo bollettino non renda conto dei danni che le cadute in cui sono incappati tantissimi corridori tra il Giro dei Paesi Baschi e le Classiche sul pavé hanno provocato. Un bollettino a tratti “di guerra”, tra operazioni, interventi conservativi e previsioni di rientro che pure lasciano il tempo che trovano.

Vingegaard ancora in ospedale: il Tour resta lontanissimo

Jonas Vingegaard è quello che ha riportato i traumi peggiori: frattura della clavicola (operata nella mattinata di martedì), frattura di almeno 6 costole e soprattutto un pneumotorace che secondo alcuni media spagnoli (Marca su tutti) avrebbe costretto i medici a intervenire per ridurre il problema, ipotesi invero non confermata dalle fonti ufficiali dell’ospedale di Vitoria (dov’è tutt’ora ricoverato in terapia intensiva) e del team Visma Lease a Bike.

Il riserbo resta molto elevato sulle condizioni del danese: a poco più di 80 giorni dal via del Tour de France (che scatterà da Firenze) la sensazione è che la presenza del recente bicampione sia da considerare assai improbabile, con la Vuelta che a questo punto potrebbe rappresentare una sorta di via d’uscita “accettabile”, pensando ai guai rimediati nella terribile caduta della quarta tappa dell’Itzulia. Impossibile al momento fare previsioni più accurate su tempi di recupero e quant’altro: Vingegaard ha pagato un prezzo salatissimo nella carambola, e adesso pensa soltanto a guarire.

Vine ha il collarino, Roglic tanti… cerotti

Jay Vine, il corridore dell’UAE Team Emirates trasportato d’urgenza in ospedale dopo la caduta, non è stato sottoposto ad alcuna operazione, dovrà però indossare per almeno 5 settimane un collarino, poiché la frattura di due vertebre cervicali gli imporrà un periodo di riposo prolungato (salvo sorprese, stagione finita per lui).

A Primoz Roglic invece è andata meglio: il corridore sloveno non ha nulla di rotto, nonostante nel suo caso le cadute fossero due (era andato a terra anche durante la terza tappa) e le dinamiche piuttosto complesse. In una foto postata sui propri profili social però non ha lasciato spazio a troppe interpretazioni: si vedono chiaramente i segni della botta sull’asfalto e sul canale di cemento, con tantissimi punti suturati con dei cerotti lungo braccia, schiena e gambe.

Nel suo caso è plausibile l’ipotesi che già a inizio giugno possa essere presente al Giro del Delfinato, scelto nel programma originale di inizio stagione come test in vista della partenza a fine mese del Tour de France. Inevitabile la rinuncia al trittico delle Ardenne, in programma a partire dal fine settimana.

Solo terapia conservativa per un altro corridore caduto all’Itzulia: Mikel Landa dovrà star fuori diverse settimane, ma almeno ha evitato di finire sotto i ferri.

Belgi, quanti punti di domanda: Remco migliora, Van Aert meno

Remco Evenepoel sotto i ferri c’è andato per ridurre la frattura alla clavicola destra ed è già tornato a casa. Nel suo caso l’obiettivo è già puntato sul Tour: tempo per recuperare ce n’è a sufficienza, ma bisognerà capire (come per Roglic) in che condizioni il belga arriverà alla grand boucle.

Un altro che è tornato già ad allenarsi (seppur solo sui rulli) è Jasper Stuyven, che era caduto alla Dwaars un paio di settimane fa: nel suo caso l’obiettivo è tornare su strada al Giro, seppur è una corsa contro il tempo (s’è operato per ridurre a sua volta una frattura alla clavicola).

Proposito condiviso con Wout Van Aert, che si gode qualche giorno di relax forzato a casa, senza porsi troppi obiettivi a breve scadenza: se il fiammingo riuscirà a risalire in fretta in bici (per ora non c’è riuscito) potrebbe anche pensare di arrivare a correre il Giro (come programmato), altrimenti sposterà il mirino sul Tour, come spiegato anche dalla squadra. “Non manderemo nessun corridore in un GT senza sapere che quel corridore sia al 100%, o qualcosa di molto simile”, hanno spiegato dalla Visma. Van Aert alla Dwaars s’era procurato la frattura della clavicola, di 7 costole e l’incrinatura dello sterno.

Italiani “quasi” illesi: lesione muscolare per Viviani

È andata invece moderatamente bene a Elia Viviani, caduto domenica scorsa alla Roubaix: nessuna frattura, solo una lesione del muscolo del gluteo della gamba sinistra e un grosso spavento per lo sprinter veneto, che ha ringraziato il proprio casco per aver attutito (e non poco) l’impatto con l’asfalto.

Jonathan Milan, rimasto coinvolto nella medesima caduta, ha invece riportato una sospetta commozione cerebrale, oltre a forti contusione all’anca e a una gamba. Per il momento il velocista della Lidl Trek è tornato in Italia, senza porsi però una data per il ritorno in bici, cercando però di mettere nel mirino il rientro in tempo per la partenza del Giro d’Italia.

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