È stato bello sognare. Di vedere Tadej Pogacar e Wout Van Aert al Giro d’Italia, pronti a dar lustro a una corsa rosa altrimenti sempre più “schiacciata” dal peso del Tour (che quest’anno partirà persino dall’Italia, con tre tappe celebrative in onore di Bartali, Pantani e Coppi) e da una Vuelta che nel tempo ha consolidato e aumentato il proprio appeal. È stato bello sognare perché uno dei due, a meno di clamorosi colpi di scena, non sarà alla partenza di Torino, complici le conseguenze della terribile caduta che ha avuto per sfortunato protagonista Van Aert durante l’Attraverso le Fiandre, antipasto del Giro delle Fiandre in programma domenica prossima.
- Nuovi esami e nuove brutte notizie
- Il medico dei belgi non ci gira intorno: "Giro impossibile"
- Riprogrammazione necessaria: mirino su olimpiadi e mondiale
Nuovi esami e nuove brutte notizie
I peggiori timori si sono rivelati tali, con il fiammingo che è stato sottoposto ad accertamenti che hanno riscontrato un quadro clinico piuttosto complicato. Van Aert nella caduta, che pare essere stata causata da una collisione tra la sua ruota anteriore con quella posteriore del compagno di squadra Tiesj Benoot (almeno stando alla ricostruzione di quest’ultimo), ha riportato la frattura della clavicola e di sette costole. Ma ulteriori esami avrebbero evidenziato anche un ulteriore problema, con lo sterno che risulterebbe incrinato.
Così fosse, la sua partecipazione al Giro è da considerare assolutamente impossibile, poiché la fase di recupero necessiterebbe di molto più tempo (lo sterno guarisce da solo e non c’è una tempistica ben definitiva, variando da atleta ad atleta: almeno tre settimane è il minimo sindacale, ma a volte si arriva anche a 9 o 10).
Qualora il problema fosse “contenuto” a clavicola e costole, tecnicamente ci sarebbero i tempi per pensare a un recupero lampo, ma comunque non tale da garantirgli di presentarsi tirato a lucido, nonché di poter competere per quello che era il suo vero obiettivo, vale a dire la classifica della maglia ciclamino (quella a punti).
Il medico dei belgi non ci gira intorno: “Giro impossibile”
Kris Vandermieren, medico della federazione ciclistica belga, a Sporza (uno dei media più attenti alle vicende del pedale) ha spiegato che uno sterno incrinato esige tanta pazienza. “Un’incrinatura allo sterno guarisce da sola, ma non ha dei tempi prestabiliti. Bisogna capire che un individuo deve pur continuare a respirare, e questo rallenta il processo di guarigione, poiché lo sterno finisce per essere sempre in movimento. Un mese completo di stop, però, è da mettere in conto”.
Da qui la consapevolezza che una partecipazione al Giro è da considerare fuori da qualsiasi logica. “Bisogna pensare a guarire bene, e credo che i tempi siano stretti (il Giro scatta tra 37 giorni). Detto ciò, se un corridore torna su strada non essendo ancora del tutto guarito rischia che, in caso di nuova caduta, le costole fratture possano finire per tagliare la membrana polmonare, creando un collasso.
In gara c’è sempre un medico accanto agli atleti, in allenamento no e quello è il vero pericolo. Non credo che Wout abbia interesse a prendersi dei rischi tanto grandi. Sicuramente farà molto allenamento sui rulli, poi nuovi esami diranno se le costole saranno guarite e se eventualmente ci sono le possibilità di tornare ad allenarsi su strada in tempi ragionevolmente brevi”.
Riprogrammazione necessaria: mirino su olimpiadi e mondiale
Dando per scontato l’assenza del fuoriclasse fiammingo al Giro, la stagione di Van Aert potrebbe essere riprogrammata facendo rotta sulle gare olimpiche (cronometro e strada), che assieme al mondiale di Zurigo diventano il piatto più appetitoso.
Certo il rimpianto di non vederlo al via al Fiandre e alla Roubaix è enorme: il leader della Visma Lease a Bike aveva saltato diversi appuntamenti invernali nel ciclocross proprio per preparare nel miglior modo possibile le classiche del Nord, decidendo di non correre nemmeno le due gare italiane (Strade Bianche e Milano-Sanremo) per cercare di ottimizzare il lavoro in vista dei duelli annunciati con Mathieu van der Poel. Che nelle prossime due domeniche sarà orfano del grande rivale sulle strade più ambite dai ciclisti di tutto il mondo.
Oltre che MVDP, a esserne orfani saranno soprattutto gli appassionati che da 24 ore non fanno altro che maledire quella tremenda carambola che è costata cara anche a Jasper Stuyven, subito operato per ridurre la frattura alla clavicola. Michele Gazzoli ha riportato la frattura di tre costole, mentre Mads Pedersen, Biniam Girmay, Turgis e Van Moer hanno riportato soltanto qualche contusione o abrasione superficiale.