Almeno uno ha detto si: Wout Van Aert sarà alla partenza del Giro d’Italia 2024, che scatterà da Venaria Reale il prossimo 4 maggio, e chissà che strada facendo non gli venga voglia di provare a lottare per davvero per la maglia rosa.
Con lui la scelta di RCS di prediligere un percorso un po’ più “piatto”, con meno tapponi di montagna e più chilometri a cronometro, ha fatto centro: il belga cercava proprio un percorso così, adatto alle sue caratteristiche, per completare il mosaico di un 2024 nel quale avrà come grandi obiettivi le classiche di primavera e la gara olimpica, dove spera di regalare un altro oro al Belgio dopo quello del 2016 conquistato da Greg Van Avermaet a Rio de Janeiro (ripensare alla caduta di Nibali è sempre un colpo al cuore…).
- Pensiero stupendo: correre per la rosa o per la ciclamino?
- La primavera di Wout: vuole puntare a tutte le classiche
- Che sfida con Ganna nei 70 chilometri a cronometro
Pensiero stupendo: correre per la rosa o per la ciclamino?
Il Giro, nei progetti di Wout, s’incastra alla perfezione. Così come alla perfezione s’incastra la scelta della Jumbo Lease a Bike di non portare sulle strade italiane nessun capitano per la classifica generale, dal momento che Vingegaard e Kuss proveranno a dire la loro sulle strade di Francia e di Spagna.
Via libera dunque alle ambizioni di Van Aert, che lungo il cammino proverà a capire se potrà ambire realmente alla maglia rosa o se il suo unico interesse sarà quello di puntare a fare la gamba in vista degli appuntamenti clou della sua stagione, magari accontentandosi di portare a casa la maglia ciclamino della classifica a punti.
Sulla carta, però, di spazio per provare a fare classifica ce n’è abbastanza, anche perché in salita il fiammingo ha spesso dimostrato di saper andare forte, tanto che Vingegaard ne ha tratto beneficio in più di un’occasione nelle tappe di montagna al Tour. E siccome a uno come Van Aert di occasioni per puntare al podio di un grande giro non ne capitano poi tante, provare a fare il “botto” al Giro 2024 rappresenta una tentazione davvero unica.
La primavera di Wout: vuole puntare a tutte le classiche
Van Aert ha annunciato la sua presenza alla corsa rosa direttamente dalla Colombia, ospite del collega Rigoberto Uran nel Giro de Rigo, un evento a metà tra competizione e solidarietà organizzato proprio dal corridore della EF. Lo ha fatto mettendo il Giro in cima alle sue priorità nella stagione che dovrà portarlo alla corsa olimpica e anche al mondiale di Zurigo, che sulla carta potrebbe a sua volta favorire le caratteristiche di passista del belga.
Per arrivare preparato alla stagione su strada, Wout ha persino accorciato il suo programma invernale nell’amato ciclocross, che lo vedrà al via di appena 5 gare rispetto alle 10 e passa che correva in passato.
Un cambio di abitudini importanti, ma con uno scopo ben preciso: arrivare alle classiche di primavera tirato a lucido per provare ad allargare il palmares delle monumento in carriera, con la Sanremo in cima ai pensieri (l’unica gara che l’ha visto salire sul gradino più alto del podio, ma nell’edizione estiva del 2020), seguita dal Fiandre, dalla Roubaix e dalla Liegi. Per questo Van Aert ha detto di volersi poi presentare al Giro con la gamba buona per poter fare qualcosa di importante, anche se sulla strategia di corsa serviranno ulteriori approfondimenti.
Che sfida con Ganna nei 70 chilometri a cronometro
Mauro Vegni, il patron del Giro d’Italia, sin qui aveva incassato “schiaffi” a destra e manca, con rifiuti importanti come quelli di Vingegaard, Roglic, Evenepoel e soprattutto Pogacar, quello che in un modo o nell’altro era sembrato sin dall’inizio il corridore che più di ogni altro RCS avrebbe voluto vedere al via della corsa rosa.
Che adesso assume i contorni di un evento dove la rivalità più importante vedrà contrapposti Van Aert e Ganna, pronti a darsele di santa ragione nei circa 70 chilometri previsti a cronometro (i 37 nella Perugia-Foligno e i 31 nella Castiglione delle Stiviere-Desenzano).
Insomma, una storia da raccontare questo Giro l’avrà, al netto di tante assenze illustri. E se Van Aert dovesse davvero provare a fare classifica, allora l’attenzione crescerà ulteriormente: Geraint Thomas, Joao Almeida, Jay Hindley e Cian Uijtdebroeks per ora restano una spanna avanti, ma con un fuoriclasse come il fiammingo non c’è mai da stare troppo tranquilli.