Manel Estiarte ha fatto impazzire gli appassionati della pallanuoto per quasi vent’anni, un oro e un argento olimpico, un oro e due argenti iridati, nove Scudetti, due Coppe Campioni, la traccia lasciata in particolare tra Barcellona e Pescara sono dettagli, se confrontati con la sua leggenda. Dal 2008 è assistente di uno sportivo altrettanto mitico, Pep Guardiola, che racconta così ai taccuini de La Gazzetta dello Sport: “La sua felicità a Istanbul era legata al mondo City, non al fatto di aver dimostrato qualcosa a qualcuno; nessuno pensava saremmo rimasti al City 7 anni, e ce ne se sono ancora un paio nel contratto rinnovato in autunno. Al di là dei mezzi a disposizione, è il feeling con l’ambiente, dalla proprietà alla tifoseria, a legare così Pep e il City. Abbiamo disputato una Champions eccezionale, la finale fa storia a sé: in una finale tutto è eccezionale perché decisivo. L’Inter non è stata la sorpresa, sapevamo si sarebbe rivelata più forte del Real Madrid“.
L’Italia potrebbe essere l’ultima sfida? “Certo, ha più che un feeling con voi! Dopo Istanbul, Pep è dovuto volare ad Abu Dhabi per salutare l’emiro, ma il giorno dopo mi chiama e passa Piovani, team manager del Brescia; la prima cosa che ha voluto fare è stata la rimpatriata italiana. Quando si fissa, non lo tieni; una volta mi ha detto che voleva visitare la Toscana, ho dovuto organizzare al volo grazie a un ex compagno pallanotista e abbiamo incontrato Renzi, siamo andati a Pescara, in Sicilia… Per anni Pep ha voluto una copia del vostro giornale sul suo posto nel pullman, poi c’è il cappuccino: ne va matto, ma nella mensa del Club, che vanta 4 cuochi, non si riusciva a riprodurne la cremosità che voleva e quindi adesso Ezio, arrivato da uno dei migliori ristoranti italiani, lavora con noi…”.
La chiosa è dedicata a due italiani, tra l’altro: “Pep stima e studia De Zerbi, complimenti a Roberto; ci spiace perdere Maresca, è un ragazzo d’oro, ma è bene possa giocare le sue carte a Leicester”.