A volte accade di soffermarsi e concedersi l’illusione di domandarsi che ne sarebbe stato di un giocatore, con il talento e la storia come quelle che appartengono a Claudio Marchisio, se avesse avuto maggiore clemenza dalla sorte. Sarebbe diventato un protagonista assoluto? Quella fascia di capitano sarebbe stata indossata più a lungo con la maglia a cui si è legato da quando aveva 7 anni?
Avrebbe raggiunto con la Nazionale quei risultati illustri che ispirano e motivano un calciatore, quando incomincia a calciare i primi colpi sui campi polverosi riservati ai bambini? Quesiti che l’annuncio del suo rapporto professionale con il procuratore Alessandro Tocci, agente sportivo con abilitazione Figc e Coni, suscitano.
- Marchisio, il ritiro a soli 33 anni
- Gli inizi alla Juventus
- Il presente tra comunicazione e ristorazione
- Brand ambassador
- L'impegno sociale
- La politica e l'agenzia
Marchisio, il ritiro a soli 33 anni
Per Marchisio, più di altri, queste domande si susseguono in un crescendo che si alimenta dell’innumerevole offerta dei contenuti reperibili che lo riguardano: i tiri, la visione di gioco e anche la flessibilità di ruolo, la qualità e la testa in quanti centrocampisti possiamo ritrovare? Che sarebbe stato di lui se i suoi guai fisici gli avessero dato tregua e tempo, soprattutto tempo? Lasciare il calcio a 33 anni, quando gli altri abbandonano il campo a 40 anni e più in un’epoca di abnorme sviluppo della medicina dello sport impone di riflettere su come e quanto un personaggio come Marchisio manchi alla Juventus e allo sport, oggi.
Dopo la parentesi sfortunata allo Zenit San Pietroburgo, l’annata forse più drammatica e tormentata dell’ex capitano della Juventus aveva maturato la decisione di ritirarsi, stremato probabilmente dagli innumerevoli problemi che si erano accumulati e che lo aveva condotto a una scelta estrema.
Una terapia tentata con la ratio, ai limiti della speranza e dell’ostinazione, vi potessero essere i presupposti per poter rimanere ancora in quel mondo nel quale era cresciuto.
Gli inizi alla Juventus
Aveva solo 7 anni quando gli osservatori della Juventus notarono questo bambino in una società torinese che, da allora in avanti, si legò indissolubilmente alla società bianconera. Marchisio è stato capitano della Primavera, ha seguito una trafila eccezionale ed eccellente che lo ha sempre visto con la stessa maglia addosso, tranne che nell’annata 2007-08 quando la Juventus decise di mandare lui e Sebastian Giovinco all’Empoli.
Un’esperienza formativa, per lui, che di ritorno a Torino si era scoperto più maturo, più solido e pronto anche ad affrontare impegni più ambiziosi.
Il presente tra comunicazione e ristorazione
Marchisio è oggi impegnato nel campo imprenditoriale e televisivo, in qualità di analista e commentatore tecnico, in collaborazione con sua moglie Roberta Sinopoli.
La società Mate gestisce già l’immagine di atleti celebri e amici dell’ex Juventus come lo stesso Buffon, Miralem Pjanic, Bebe Vio, Danilo Gallinari e Giorgio Chiellini (suo socio) ed è un progetto che ha affiancato a quello della ristorazione insieme alla moglie.
Claudio Marchisio alla DS
Brand ambassador
A sua volta, Marchisio è stato ed è brand ambassador di marchi che hanno deciso di associare il proprio logo all’immagine dell’ex calciatore il quale si è prestato a rappresentare aziende di lifestyle, banche e prodotti per la cura della persona.
Oltre a queste componenti, rilevanti, del suo presente imprenditoriale e lavorativo, Marchisio ha dimostrato di avere estrema consapevolezza del suo appeal, delle qualità che intrinsecamente è riuscito a esprimere anche sul piano reale.
L’impegno sociale
Si impegna attivamente nella lotta al cyberbullismo e al razzismo a favore dell’inclusione, che sia in difesa del clima e per la creazione di ambienti più sani, sia nell’ambito ecologico che in quello strettamente sociale Marchisio ha sempre cercato di sensibilizzare il pubblico su temi sociali, un nobile intento che gli ha dato forte credito anche al di fuori del mondo del pallone.
La politica e l’agenzia
Di lui si è vociferato, in n un recente passato, anche per un impegno politico che è parso ovvia conseguenza di quello sociale e ambientale per la sua città , Torino. Cosa che fa, a suo modo, sui social e poi sul versante del suo impegno editoriale contribuendo a rubriche e contenuti pubblicati sul Corriere, nei suoi interventi Rai e in generale sul fronte del video dove occupa un sempre più riconosciuto ruolo da opinionista.
La sua agenzia Circum segue clienti già noti come Loris Karius, portiere del Newcastle e compagno di Diletta Leotta, Davide Dell’Erba del Bayern, Francesco Stante, pilastro della Primavera dell’Inter capolista nel campionato e Filippo Reale della Roma.
Una novità che si sente cucita su misura, ma non come un procuratore tradizionale. Quel ruolo lì, per ora, lo lascia ad altri come il suo manager.
VIRGILIO SPORT