Ivan Ljubicic, ultimo coach di Federer, ha elogiato così il campione svizzero nel giorno dell’annuncio del ritiro ai microfoni di Sky Sport: “Roger è eleganza, è classe, ma soprattutto ha vinto tantissimo. La prima immagine di lui che mi viene in mente? I numeri spaventosi, come l’aver vinto per 19 anni di fila il titolo di giocatore più amato. Però soprattutto lui ha portato il tennis su un altro livello. Tutti gli altri, me compreso, lo hanno inseguito e hanno dovuto migliorare per poter stargli dietro. Lui ha rotto il ghiaccio, gli altri sono arrivati dopo e come è normale per certi versi lo hanno pure superato”.
“Lui ha alzato l’asticella da tutti i punti di vista – continua Ljubicic -. Tutti ora saranno tristi nel non vederlo più giocare, anche se lui ha detto di amare troppo il tennis per smettere di giocare. Lui ha fatto vedere a tutti che si può giocare e vincere a 36-37 anni. Ha cambiato lo sport. Lui è stato il primo a dominare 52 settimane l’anno. Prima di lui abbiamo avuto Borg, McEnroe, Sampras, Agassi, per carità, ma lui è stato il primo a far vedere a tutti che si può vincere sempre. Lui ha fatto 17 finali in 18 Slam di fila, ha avuto una continuità impressionante. Ha portato nel tennis la continuità. Ha portato un tennis bello e lo sta lasciando altrettanto bello perché Alcaraz, il n.1 di oggi, gioca un tennis spettacolare e bello da vedere”.
Infine una confessione: “Il più grande rimpianto? La finale di Wimbledon 2019, indigeribile anche col tempo. Ma la vittoria dell’Australian Open contro Nadal è stata una gioia indescrivibile e mai provata prima”.