La stagione di Serie A 2023-2024 continua ad emettere i suoi verdetti arrivati alla fine di un campionato che in vetta è stato dominato dall’Inter di Simone Inzaghi, mentre nei bassifondi della classifica chi l’ha fatta da “padrona” è stata la Salernitana del Presidente Danilo Iervolino, dei tanti allenatori avvicendatosi sulla panchina dei campani e del duo De Sanctis-Sabatini che, con ruoli simili e momenti differenti, non sono riusciti a dare la sterzata giusta.
Un’annata che è la seconda con Iervolino in pieno controllo dopo lo sbarco (provvidenziale ma in corsa) dell’ex numero uno dell’Università Telematica Pegaso di Napoli in quel di Salerno.
Danilo Iervolino nel 2022 ha venduto la sua creatura a CVC Capital Partners, il fondo che si era anche interessato alla costituzione di una media company della Serie A per la gestione centralizzata dei diritti audiovisivi del massimo campionato italiano, per 1 miliardo di euro.
Una liquidità che ha permesso all’imprenditore originario di Palma Campania di investire nell’acquisizione della Salernitana, salvandola nel dicembre 2021 da una situazione che aveva come unica alternativa l’estromissione dalla Serie A a stagione in corso.
Ma in che situazione economica versava il club granata al momento dell’avvento di Iervolino? E qual è la situazione attuale?
I numeri della Salernitana prima di Iervolino
Quando il 31 dicembre 2021 Danilo Iervolino decide di acquisire le quote di maggioranza della Salernitana, scongiurando l’esclusione in corsa del club granata dalla Serie A, eredita una società che versa in una situazione economico-patrimoniale attenta e oculata.
Figlio di una gestione sostenibile a livello economico e finanziario ha fatto un mantra e parliamo, ovviamente, di Claudio Lotito che già con la Lazio si era sempre dimostrato “attento ai conti” e a non fare mai un passo più lungo della gamba, a prescindere da pressioni e richieste della piazza.
Roma e Salerno, oltre a trovare collegamento via terra tramite le tratte ferroviarie, erano legate da un filo che amministrava entrambe sotto l’egida, velata e sapiente, del Proprietario Claudio Lotito.
Ragion per cui nel corso delle annate non sono mancate le operazioni di mercato tra i due club, con circa xxx milioni di trasferimenti relative a cessioni e acquisti sottoscritto dalle due squadre.
Alcune rispondenti al detto “fatta la legge, scovato l’inganno”, come nel caso di quel Cedric Gondo poi eroe della promozione della Salernitana in Serie A nella stagione 2020/2021.
Forse sono proprio le operazioni incrociate uno dei motivi per cui abbiamo sempre visto il Senatore Lotito con più telefoni.
A prescindere da, facili e banali, battute Iervolino eredita una situazione sportivamente tragica ma economicamente sostenibile.
La Salernitana, nel prospetto di bilancio al 30 giugno 2021, presentava una perdita di 1,6 mln dovuta principalmente agli stadi chiusi per effetto del Covid e di ricavi da gare e abbonamenti che nell’esercizio precedente avevano garantito 1,1 mln di euro e che al 30.06.2021 erano pari a poco meno di 4mila euro.
Stadi chiusi e perdite comunque contingentate anche per via di plusvalenze pari a 11,9 milioni di euro per effetto principalmente della cessione di Akpa Akpro alla Lazio. Sipario.
Una gestione su più sponde, come in un ping pong tra Roma e Salerno, ma che comunque in quella fase aveva risposto agli effetti negativi della pandemia mantenendo salda e al sicuro la situazione economica-patrimoniale del club campano.
Fino alla promozione, la cessione obbligata da parte di Lotito, il lavoro del trustee per trovare nuovi acquirenti e l’avvento di Danilo Iervolino in quel di Salerno.
Danilo Iervolino, salvatore o cattivo gestore?
L’entusiasmo e la volontà di lasciare il segno con cui il Presidente Iervolino si presenta a Salerno sono stati senza dubbio coinvolgenti ed elettrizzanti per tutta la piazza.
Nonostante minime speranze di salvezza, con quel famoso 7% che non andò giù al Direttore Sabatini, Iervolino dichiara di credere alla salvezza mostrando la volontà di inziare un percorso che porti la Salernitana sempre più in alto.
Nei primi 6 mesi arriva una storica salvezza ribaltando tutti i pronostici che volevano il cavalluccio granata destinato alla retrocessione in Serie B.
Un’impresa compiuta anche grazie ad un mercato di gennaio movimentato, di impulso e con trattative portate a termine da Walter Sabatini anche in situazioni poco negoziabili in cui il Direttore badò forse poco agli effetti economici derivanti in favore del risultato finale e necessario di rafforzare la squadra.
Su tutti Mikael, giocatore brasiliano arrivato a Salerno e autore di un impatto nullo per la salvezza della squadra, ma che comunque ha avuto un peso economico importante a livello di costi a bilancio.
Ma, come accade nel mondo ideali dei mecenati del calcio, c’è sempre modo di sistemare i conti. Prima il risultato e poi l’attenzione ai numeri, pensiero totalmente in contrasto con un settore che deve oggi come non mai ambire alla sostenibilità economica per reggersi nel lungo periodo.
Proprio in assenza di quei mecenati che hanno fatto divertire i tifosi ma in taluni casi hanno lasciato da parte o accantonato ragionamenti e azioni che andassero in favore di una capacità di sorreggersi autonomamente nel medio lungo periodo.
Principio che deve essere alla base di qualsiasi azienda e da cui il calcio non può più fuggire.
I numeri della gestione Iervolino
Come detto la Salernitana, nel pre-Iervolino, era venuta fuori dal periodo del Covid con una perdita di 1.6 mln di euro generata in un momento in cui sarebbe stato fisiologico ottenere un risultato economico anche peggiore per via della situazione contingente.
Nell’esercizio chiuso al 30 giugno 2020 addirittura il club granata aveva generato un utile di 600mila euro con fatturato totale pari a quasi 13 mln e plusvalenze di 6 mln.
Ma dall’avvento di Iervolino cambia qualcosa. Se il bilancio elaborato per il periodo 01-07-2020 / 30.06.2021 prende in considerazione solo 6 mesi della gestione del founder di Pegaso, i bilanci successivi sono riconducibili in toto alla gestione e alle scelte del patron e del suo management.
La gestione Iervolino ha portato in dote alla Salernitana una perdita aggregata di 45 milioni di euro (16 mln al 30 giugno 2022 e 29 al 30 giugno 2023), in attesa di capire a quanto ammonterà la perdita certa della stagione corrente.
Un passivo importante comunque calmierato dai 14 milioni di plusvalenze generate lo scorso anno e quasi totalmente imputabili alla cessione di Ederson all’Atalanta.
Unica scelta azzeccata di una gestione che ha portato a Salerno giocatori costosi e rivelatosi poco funzionali al progetto tecnico (Mikael e Simy su tutti) e altri che hanno avuto l’unica conseguenza di appesantire il conto economico dei campani.
Tante scelte poco oculate e istintive che hanno fatto passare la Salernitana da una gestione magari non virtuosa ma economicamente attenta ad un tipo di mecenatismo che ormai non da più il pari con le attuali politiche del calcio italiano.
Le prospettive per il futuro del club
Il futuro della Salernitana è ancora da scrivere dopo una retrocessione arrivata ancora prima della matematica.
La volontà di Iervolino nel continuare in Serie B o meno sarà determinante per capire cosa il pubblico di Salerno dovrà aspettarsi da una gestione che certamente dovrà cambiare registro e indirizzo, confacendosi maggiormente a politiche di economicità ormai necessarie e che, come negli esempi virtuosi di Bologna, Atalanta o Empoli per citare alcuni casi, possono portare risultati con investimenti oculati e ragionati.
La Salernitana retrocede con il 14° monte ingaggi della Serie A (28 milioni di euro lordi totali), posizionandosi davanti a squadre come Bologna (27,5 mln) o Lecce (15,8 mln) capaci di raggiungere risultati decisamente più soddisfacenti.
La gestione Iervolino, se vuole, deve anche ripartire da un pubblico che nella stagione 2022-2023 ha garantito ricavi per 8,5 mln di euro tra abbonamenti e incassi da matchday . Una passione che ha rappresentato circa il 15% del fatturato 2023 della Salernitana.
La gestione Iervolino ha potere economico e un seguito capaci di garantire un futuro alla Salernitana ma adesso è necessario canalizzare queste due forze nel modo giusto.