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Coronavirus: la scelta di Maxime Mbandà lo rende un esempio

Mbandà insignito dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, per la sua scelta coraggiosa

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La scelta di Maxime Mbandà, il flanker delle Zebre e della Nazionale italiana, è stata dettata da una domanda. Un quesito che Maxime si è posto quando a Roma, durante la preparazione contro l’Inghilterra per il Sei Nazioni, è stato investito dalla decisione di rinviare il match a causa dell’esplosione del Covid-19 (il coronavirus ha colpito duramente anche il mondo dello sport e del calcio) e i provvedimenti adottati dal premier Conte per arginare il propagarsi della pandemia. Oggi è cavaliere della Repubblica, uno degli eroi del Covid che ha anteposto la salute di quanti avevano contratto la malattia alla paura, all’indifferenza.

Mbandà, eroe del Covid: il presidente Mattarella lo nomina cavaliere

“Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha voluto insignire dell’onorificenza di Cavaliere al merito della Repubblica un primo gruppo di cittadini, di diversi ruoli, professioni e provenienza geografica, che si sono particolarmente distinti nel servizio alla comunità durante l’emergenza del coronavirus. I riconoscimenti, attribuiti ai singoli, vogliono simbolicamente rappresentare l’impegno corale di tanti nostri concittadini nel nome della solidarietà e dei valori costituzionali”, si legge nel comunicato del Quirinale. Tra quanti sono stati nominati figura anche “Mata Maxime Esuite Mbandà, giocatore per il Zebra Rugby Club e per la nazionale italiana, volontario sulle ambulanze per l’Associazione Seirs Croce Gialla di Parma”. 

Come è nata l’idea di diventare autista

Com’è nata questa decisione? Maxime rispose così, quando la notizia divenne di dominio pubblico: “Ero a Roma e ci stavamo preparando per la partita contro l’Inghilterra del 6 Nazioni – ha raccontato – poi ci hanno rimandati a casa vista l’emergenza e allora mi sono chiesto come dare il mio contributo anche senza avere competenze sanitarie e ha trovato la soluzione: lavorare sulle ambulanze per trasferire i pazienti positivi. Un lavoro umanamente difficile, al fianco dei malati”. Maxime così è diventato autista volontario alla Croce Gialla di Parma per offrire il suo contributo, pur non vantando competenze in ambito sanitario.

“Devi essere lì a infondere loro sicurezza perché sono spaventati, molti vengono trasferiti da un ospedale all’altro non capiscono cosa gli sta succedendo quindi magari devi confortarli, fargli una carezza, tenendogli la mano, cercando di essere come un loro familiare”.

Mbandà, l’appello ai giovani su facebook

Mbandà, padre congolese e madre italiana, ha anche lanciato su FB più di un appello ai giovani con forza di volontà, annoiati per la quarantena, a fare come lui e a scendere in campo con coraggio. “Avere paura è normale, a scuola ho studiato le guerre mondiali, le guerre in Siria, Iraq, ma questo è un nemico invisibile e ogni volta che entri in un reparto di malattie infettive sai che il virus è nell’aria e può essere ovunque, ma l’emozione che ti dà il poter aiutare gli altri è indescrivibile quindi penso solo all’obiettivo finale”.

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