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Gol fantasma addio: cos'è e come funziona la Goal Line Technology

Storia, dettagli, meccanismi e curiosità sulla Goal Line Technology, lo strumento che ha quasi del tutto eliminato i gol fantasma dai campi di calcio.

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Rino Dazzo

Rino Dazzo

Giornalista

Se mai ci fosse modo di traslare il glossario del calcio in una nicchia di esperti, lui ne farebbe parte. Non si perde una svista arbitrale né gli umori social del mondo delle curve

Benedetta Goal Line Technology, la tecnologia che ha cancellato (o quasi) i gol fantasma. Il più famoso di tutti, quello di Hurst nella finale dell’edizione del 1966, ha deciso addirittura un Mondiale. Eppure, non è stato l’unico. La storia del calcio è piena di situazioni controverse, di episodi dubbi, per non dire di clamorose sviste, con gol concessi nonostante il pallone non fosse entrato del tutto all’interno della porta, oppure negati benché avesse superato interamente la linea bianca. Dal 2012 il numero dei gol fantasma si è quasi del tutto azzerato. Già, quasi, perché – come vedremo – qualche caso si verifica ancora, visto che il “rischio zero” non esiste, neppure in presenza di una tecnologia accuratissima e avanzatissima come quella alla base della Goal Line Technology.

Come funziona la Goal Line Technology

Il sistema attualmente in uso (ma anche in questo campo la tecnologia viaggia in continuo aggiornamento) prevede l’utilizzo di 14 telecamere, sette per ogni porta, che seguono il pallone, dotato di un apposito sensore. Le telecamere, sfruttando proprio il sensore innestato sulla sfera, seguono i movimenti della stessa e ne triangolano la posizione utilizzando diversi punti di vista per assicurare la massima accuratezza di giudizio. Se la palla ha attraversato completamente la linea di porta, basta meno di un secondo perché sul ricevitore da polso dell’arbitro giunga un apposito segnale, che indica il gol realizzato. Viceversa, se non giungono avvisi, significa che la palla non ha varcato completamente la linea di porta, presupposto essenziale – in base al regolamento del gioco del calcio – per la convalida della rete.

Quando è nata la Goal Line Technology?

La prima partita internazionale a essere giocata con l’utilizzo della Goal Line Technology è stata una sfida del Mondiale per club del 6 dicembre 2012 tra i giapponesi del Sanfrecce Hirosima e i neozelandesi dell’Auckland City. In realtà la Fifa sin dal 2011 aveva iniziato la sperimentazione nel calcio di quattro diversi sistemi tecnologici: Hawk-Eye, GoalRef, Cairos e Goalminder. Il passo successivo è stata la messa alla prova dell’Occhio di Falco in alcuni incontri del campionato danese, prima dell’introduzione progressiva avvenuta – appunto – prima al Mondiale per club 2012, poi nella Confederations Cup dell’anno successivo, quindi ai Mondiali e in Premier League. Dal 2015-16, di fatto, le partite dei principali campionati, quelle delle fasi finali dei Mondiali, degli Europei, degli altri tornei continentali o delle coppe europee si giocano costantemente con l’ausilio di questa particolare tecnologia posta proprio in prossimità della linea di porta.

Quando è stata adottata la Goal Line Technology in Italia?

Nella serie A, al pari di altri campionati d’elite del calcio europeo come la Bundesliga tedesca o la Liga spagnola, l’avvento della Goal Line Technology è avvenuto nel campionato 2015-16. Da allora il sistema è diventato un compagno fedele di tutte le partite, uno strumento che ha garantito regolarità in modo tutto sommato “sereno”: nel caso della tecnologia di porta, infatti, non si sono mai riscontrate le polemiche legate ad esempio all’utilizzo del VAR. La percezione, anche da parte dei tifosi, è che nel caso della Goal Line Technology ci si trovi di fronte a uno strumento “oggettivo”, uniforme, e non soggetto all’interpretazione “soggettiva” e variegata da parte del direttore di gara e degli assistenti. Anche se a volte anche la tecnologia di porta può incappare in qualche erroruccio.

La Goal Line Technology ha un margine d’errore?

Neppure la Goal Line Technology, infatti, è assolutamente infallibile. Ha un margine d’errore, anche se minimo: 0,5 centimetri, vale a dire mezzo centimetro, o se si preferisce cinque millimetri. Sembra poco, ma ai tifosi del Bournemouth deve essere sembrato un margine di errore enorme: a causa di quello che, a oggi, è considerato il principale epic-fail di sempre della Goal Line Technology, la loro squadra è retrocessa dalla Premier League al Championship, la serie B del calcio inglese. Una svista dalle conseguenze sportive ed economiche non di poco conto, vista la remuneratività di un campionato seguito in tutto il mondo come la Premier.

Anche la Goal Line Technology sbaglia: il caso di Aston Villa-Sheffield United

Il 17 giugno 2020, data in cui è ricominciata la Premier League 2019-20 dopo la lunga pausa imposta dalle misure sanitarie connesse al contenimento della pandemia Covid, sarà ricordato come il giorno del principale errore legato alla Goal Line Technology. Allo Sheffield United è stato negato un gol fatto quando, su cross di Norwood, il portiere dei ‘Villans’, Nyland, si è trascinato la sfera oltre la sua linea di porta. Non per il dispositivo Hawk-Eye del Villa Park, per cui la sfera non aveva oltrepassato interamente la linea bianca. Un errore decisamente pesante, perché a fine stagione l’Aston Villa si salverà (e il Bournemouth retrocederà) proprio a causa del punticino conquistato in quell’incontro.

Ci fosse stata la Goal Line Technology: i gol fantasma più famosi della storia

In ogni caso sono enormemente di più le situazioni in cui la tecnologia ha evitato sviste e strafalcioni rispetto alle rare circostanze di segno opposto: Aston Villa-Sheffield e pochissime altre. Si è stimato che, fino al 2022, la Goal Line Technology è risultata provvidenziale in 900 circostanze ufficiali. E chissà che sarebbe successo se questa innovativa tecnologia fosse stata in uso in altre celeberrime circostanze. Il pensiero va d’istinto alla finale del Mondiale 1966, col gol-non gol di Hurst che ancora oggi divide gli inglesi, pronti a giurare che il pallone abbia varcato la linea, e i tedeschi, assolutamente convinti del contrario. Pochi dubbi, invece, sul fatto che il pallone colpito da Muntari abbia varcato e non di poco la linea di porta nella sfida con la Juventus del febbraio 2012, decisiva per lo scudetto di quell’anno. Altra svista clamorosa ai danni del Milan, quella del novembre 1988 in Coppa Campioni contro la Stessa Rossa: pallone rinviato da Vasilijevic, difensore della formazione di Belgrado, abbondantemente oltre la linea di porta. Due anni dopo, però, fu Pazzagli a rinviare ampiamente all’interno della linea di porta un pallone spinto verso la rete da Marronaro in un Bologna-Milan giocato lo stesso giorno della celebre “monetina” di Alemao in Atalanta-Napoli. Sempre in tema di gol fantasma, curiosamente ce n’è un altro ai Mondiali riguardante un Germania-Inghilterra: nel 2010 agli inglesi non fu concesso un gol su tiro di Lampard finito ampiamente al di qua della linea. In tempi recenti, da registrare un incredibile gol non concesso a Ronaldo nella sfida di qualificazione mondiale giocata a marzo 2021 tra Serbia e Portogallo, col pallone ben all’interno della porta serba: lo stadio Marakana di Belgrado (proprio quello di Stella Rossa-Milan di 33 anni prima), infatti, era sprovvisto del dispositivo tecnologico, circostanza che provocò le furiose rimostranze di Cr7, all’epoca tesserato per la Juventus.

La Goal Line Technology negli altri sport: tutto è nato dal cricket

Gli appassionati di tennis già da qualche anno avevano assunto familiarità con l’Hawk-Eye, l’Occhio di Falco, lo strumento tecnologico capace di stabilire se la pallina fosse caduta in campo oppure fuori. Anche nella pallavolo, da alcuni anni, la tecnologia è utile per chiarire se alcuni colpi siano da considerare punto oppure errore dell’attaccante. Quello che pochi sanno è che il primo sport che ha implementato l’utilizzo di questo tipo di tecnologia per dirimere situazioni controverse è stato il cricket. È stata la Sony, sin dal 2001, a sviluppare il sistema Hawk-Eye per scopi televisivi nelle partite di cricket del Regno Unito e, da allora, altri sport hanno guardato con interesse alla tecnologia. Insieme al tennis, al volley e al calcio, anche il badminton, il rugby, l’hurling e il football gaelico hanno deciso di adottare questa tecnologia, strumento ormai essenziale per ridurre al minimo gli errori nelle diverse discipline.

Gol fantasma addio: cos'è e come funziona la Goal Line Technology Fonte: Ansa

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