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Covid: Tomba e Brignone si schierano sulla riapertura delle piste

I due campioni di sci si mostrano favorevoli alla riapertura degli impianti per sostenere il settore

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Il tema è intrinsecamente divisivo, tant’è che sui social non solo è tra i trend topic ma ha prodotto una moltitudine di reazioni da parte di quanti, per diretta appartenenza o per opinione, hanno manifestato le proprie perplessità. Riaprire o meno le pisce da sci costituisce una questione delicata, sul versante economico per il settore e per l’indotto che si aggrega, ancor più in questi giorni in cui il dibattito pubblico sull’opportunità o meno di allentare le strette delle misure è legato a doppio filo, per le Regioni, ai 21 parametri sotto osservazione.

Alberto Tomba: “Le piste dovrebbero essere aperte”

Ecco che in questo dibattito, scivoloso per via delle pressioni delle stesse Regioni sul Governo Conte in vista del prossimo Dpcm, si aggiungono anche le voci di personaggi pubblici che di sci hanno vissuto e a cui devono la loro popolarità. Come l’ex campione Alberto Tomba che sull’opportunità di consentire la riapertura degli impianti non ha dubbi. “Lo sci è per eccellenza sport all’aperto ed individuale: in più, visto come ci si veste quando si va a sciare, non è davvero un problema di mascherine, perché già ora si usano normalmente protezioni della bocca e del viso. E sciando neppure c’è un problema di distanziamento”.

Il suo sembrerebbe quasi un appello alla riapertura degli impianti – con gli operatori del settore che si oppongono alla chiusura voluta dal Governo – quello del più famoso campione azzurro dello sci, secondo il quale “le piste dovrebbero dunque essere aperte, anche se ci sono ovviamente degli accorgimenti da prendere”.

“Per gli impianti non vedo però problemi particolari: dove c’è un seggiovia a due o tre posti si va da soli, se “è da cinque si va in tre. E si possono benissimo diminuire e segnare anche i posti sulle cabinovie: non c’è dunque problema a mantenere il distanziamento sugli impianti”, ha spiegato Tomba, come riportato dall‘ANSA.

“Il problema è, semmai quello dell’apres ski e dei rifugi dove si va a bere e mangiare qualcosa dopo una sciata ma anche in questo caso, come avviene nei ristoranti, si può limitare gli accessi, con mascherina e distanziamento obbligatori”.

L’intervento di Federica Bignone sulla riapertura degli impianti

Dalla parte di Tomba, si è schierata anche Federica Brignone: “E’ molto importante che gli impianti sciistici aprano a Natale, perché sarebbe un segnale positivo per tutti. Altrimenti, con le stazioni chiuse, il danno sarebbe irreparabile”, ha dichiarato all’ANSA la campionessa, la quale ha recentemente raccontato di aver avuto lei stessa il Covid.

Durante i mesi più complicati, nel corso della prima ondata, anche la madre di Federica, Ninna Quario aveva contratto il coronavirus ed è dovuta ricorrere al ricovero a causa dell’aggravamento delle sue condizioni di cui diede notizia una volta guarita.

“Avevo la febbre a 39.6, mi sono messa a letto e non mi sono alzata per cinque giorni. Federica mi ha accudito. Alle 6 della notte fra sabato e domenica – aveva raccontato a Il Giornale – ho un attacco di tosse terribile. Fede si sveglia, non ci pensa un attimo, chiama il 112. L’ambulanza arriva subito, mi danno l’ossigeno, mi portano all’ospedale di Aosta, esami, prelievi, rx, ecografie, tampone, tutto quello che serve. Ricovero. Cinque giorni curata da angeli di cui non saprò mai le sembianze. I progressi sono rapidi e veloci. Sono positiva al virus. Passano cinque giorni e riducono l’ossigeno, poi lo tolgono. Mi fanno un test, lo supero. Finalmente posso tornare a casa”.

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Covid: Tomba e Brignone si schierano sulla riapertura delle piste Fonte: ANSA

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