La quiete, apparente, dopo la tempesta (ancora in atto). Il mood in casa Juventus è questo. La vittoria nel derby col Torino firmata da Dusan Vlahovic è stata come un cerotto su una ferita ancora però molto grande. Insomma il paziente non è guarito e non potrebbe essere altrimenti dopo quello a cui abbiamo assistito da parte della squadra di Allegri in questi primi due mesi di stagione.
C’è però un barlume di ottimismo legato anche ai recuperi imminenti di Chiesa e Pogba. Ma come sarà la nuova Juve? Cosa funziona e cosa no nello scacchiere bianconero. Sarà possibile recuperare il terreno perso? Tutte domande alle quali cercheremo di dare una risposta prima che lo faccia il campo.
- La Juve riparte da Vlahovic ma il serbo sbaglia troppo
- Juventus: Allegri aspetta Pogba e Chiesa, pronti al rientro
- Crisi Juve: problemi restano, la foto che inchioda Allegri
- Allegri e le grane Cuadrado, Bonucci e Locatelli-Paredes
La Juve riparte da Vlahovic ma il serbo sbaglia troppo
Un gol da attaccante vero, di rapina, arrivato dopo una partita di tigna, di cuore, di nervi, come sempre, forse troppo. Il derby l’ha deciso Dusan Vlahovic sfruttando la spizzata di Danilo. Il serbo ha anche detto parole da leader a fine gara sminuendo, anzi smentendo in maniera ferma qualsiasi scricchiolio nei rapporti con Allegri. Il derby di Vlahovic però, analizzando a fondo la sua partita, non è stato tutto rosa e fiori.
Tanti, troppi errori tecnici, della Juve e di Vlahovic in particolare. Gioca spesso spalle alla porta, è vero, ma quando ha la libertà di fare giocate facili continua a sbagliare, così come tutta la squadra, anche gli appoggi più facili. E poi c’è il problema del gol. Al di là della rete decisiva, della bella torsione aerea di poco prima parata in gran stile da Milinkovic Savic, Vlahovic nel primo tempo ha fallito ancora una volta un’occasione gol davanti al portiere. Cosa che gli era già capitata, col Bologna e col Maccabi, errori marchiani celati dal risultato finale con lo stesso serbo a bersaglio.
Juventus: Allegri aspetta Pogba e Chiesa, pronti al rientro
Gli assenti hanno sempre ragione. Una vecchia frase fatta del mondo del calcio e dello sport in generale che ben si coniuga col momento della Juventus, di attesa, per il rientro di chi finora non si è visto per niente. Gli infortunati di lungo corso, Pogba e Chiesa stanno scaldando i motori e nelle prossime partite potrebbero essere abili e convocabili da Allegri.
Difficile capire cosa potranno dare dopo una lunga assenza e con così poco tempo per entrare in forma. Verosimilmente bisognerà aspettarli a gennaio ma questa Juve così con poca qualità ha disperatamente bisogno di un po’ di qualità , di cambio di passo, di imprevedibilità . Tutte caratteristiche che, eccetto Di Maria, nessuno ha in questo momento.
Crisi Juve: problemi restano, la foto che inchioda Allegri
Il successo nel derby non può essere un colpo di spugna sui problemi della Juventus. Che restano, tanti. La partita col Torino, brutta per certi versi, al di là dei ritmi e della fisicità messa in campo dalle due squadre, ha visto una Juve ancora sbagliare tanto. Non riuscire a creare gioco fluido e lineare. Incappare nei vecchi e tristi errori, dettati chissà dalla paura stessa di sbagliare che ogni tanto di impossessa dei bianconeri.
Discorso particolare merita la condizione Juve. In queste ore, successive al derby, è diventata virale sul web una foto, uno screen preso dalla tv, in cui si vede mezza squadra, ben 5 giocatori, piegati in due sulle ginocchia a recuperare durante un momento di gioco fermo. Siamo nel finale del match col Torino e i segni evidenti di una preparazione non al massimo sembrano evidenti da questa immagine che in breve ha fatto il giro del web inchiodando ancora una volta lo staff tecnico di Allegri alle sue responsabilità sulla preparazione.
Allegri e le grane Cuadrado, Bonucci e Locatelli-Paredes
Poi ci sono i singoli della Juve che non vanno. Quelli che in teoria dovrebbero fare la differenza, senatori e nuovi arrivi. Tutti in discussione. Se Danilo centrale dà ampie garanzie, anzi sembra in questo momento il migliore del lotto difensivo, superiore anche agli altalenanti Bremer e Bonucci, c’è Cuadrado che pare aver completato la sua trasformazione in terzino. Quasi impeccabile difensivamente, ha sofferto solo i primi 10′ del neoentrato Karamoh dalle sue parti, non riesce più ad avere quel dribbling, quel cambio di passo e quella lucidità in attacco che lo aveva caratterizzato fino allo scorso anno.
Se la Juve latita a giocare la colpa è del centrocampo. Tralasciando l’involuzione di Kean, il dopo Pirlo-Pjanic resta un problema grande come il cratere di un vulcano, spento come il gioco che offrono Paredes e Locatelli. Il primo ancora oggetto misterioso del mercato bianconero, il secondo di gran cuore e sostanza ma con evidenti limiti specie a questi livelli. E poi c’è la grana Bonucci. Se davvero i rapporti sono tesi come sembrano con Allegri, lui che è il capitano, rischia di essere una bomba a orologeria pronta a esplodere nello spogliatoio della Vecchia Signora.