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Da Vialli a Juliano, passando per Berlusconi e Mazzone: quanti lutti nel 2023

Gli ultimi 12 mesi sono stati difficili per il mondo del calcio italiano che ha perso tanti suoi degni rappresentanti. Da Luca Vialli a Juliano

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Alessio Raicaldo

Alessio Raicaldo

Sport Specialist

Un figlio che si chiama Diego e la tesi di laurea sugli stadi di proprietà in Italia. Il calcio quale filo conduttore irrinunciabile tra passione e professione. Per Virgilio Sport indaga, approfondisce e scandaglia l'universo mondo dello sport per antonomasia

Sono purtroppo tanti i volti del calcio che ci hanno lasciato in questo 2023. Come sempre avviene prima di congedarsi dall’ultimo anno, è giusto rivolgere un pensiero ai tanti personaggi scomparsi, che hanno offerto un valido contributo allo sport che tanto amiamo. E che, senza di loro, probabilmente non sarebbe stato lo stesso. Da questo punto di vista i 12 mesi appena trascorsi non sono stati affatto semplici. Ricorderete tutti come erano cominciati, con l’annuncio della morte di Vialli del 6 gennaio scorso.

Il mito eterno di Luca Vialli

Cominciamo proprio da lui, Gianluca Vialli. Cinque anni di lotta contro un cancro al pancreas. Anche un leone come lui, abituato a lottare in campo e fuori, ha dovuto arrendersi al grande male. Calciatore, allenatore, dirigente, opinionista televisivo, infine capo delegazione della Nazionale italiana: tutto ciò che ha toccato si è trasformato in oro. Peraltro è uno dei pochissimi nella storia ad aver vinto tutte le competizioni Uefa per club. Tra gli attaccanti non ci è mai riuscito nessuno. Ci ha lasciato il 6 gennaio 2023.

Il presidente dei campioni: Silvio Berlusconi

Presidente a vita. Del Milan soprattutto, club che ha portato sul tetto del Mondo e al quale ha consentito di vincere la bellezza di 5 Champions League. In totale sono 29 i trofei collezionati al timone del club meneghino. E quanti i campioni portati in Italia: prima gli olandesi Van Basten, Gullit e Rijkaard; poi Weah, Shevchenko, Kakà e tantissimi altri. Anche sugli allenatori ci ha sempre visto lungo: Sacchi e Capello li ha scoperti lui, poi ha quasi sempre scelto bene con Ancelotti e Allegri. Infine, il Monza riportato in Serie A insieme al suo amico Galliani. Ci ha lasciati lo scorso 12 giugno.

L’allenatore più amato: Carletto Mazzone

Carletto Mazzone lo hanno amato davvero tutti. Non ci sono colori, seppur quelli del suo cuore sono sempre stati due: il giallo e il rosso della Roma. Ma la genuinità del personaggio lo ha spinto ogni oltre bandiera. Quella corsa sulla panchina del Brescia per l’insperato pareggio contro l’Atalanta è uno spot per il calcio. Pulito come lo è stato lui. Ancor oggi resta l’allenatore con più panchine in Serie A: 797 inclusi gli spareggi. Ha allenato grandi campioni come Totti, Baggio, Pirlo, Guardiola e tutti gli hanno voluto bene. Si è spento a 86 anni lo scorso 19 agosto.

Antonio Juliano, capitano e bandiera del Napoli

Poi Totonno Juliano che ci ha lasciati pochi giorni fa, il 13 dicembre. Il suo nome resta legato al Napoli, squadra che ha degnamente rappresentato prima in campo, da calciatore, e poi dietro la scrivania da dirigente. Ha avuto l’occhio lungo portando all’0mbra del Vesuvio uno straordinario difensore come Ruud Krol ma soprattutto il più grande di tutti, Diego Armando Maradona. Con la Nazionale italiana è stato campione d’Europa nel 1968 e vice-campione del Mondo nel 1970.

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