Gigi Dall’Igna, dg di Ducati Corse, confessa a moto.it i retroscena di una stagione tutta emozioni e vittorie: “Nella mia testa pensavo di vincere prima il titolo, ma in MotoGP non è una conquista facile. Per completare l’opera dovremo gestire 49 punti di vantaggio nella classifica costruttori della SBK. Se la Ducati e in generale i costruttori europei hanno un vantaggio tecnico adesso su quelli giapponesi è una questione di mentalità, perché talora siamo portati a rischiare di più. So che le MotoGp attuali non sono belle dal punto di vista dell’estetica, ma le emozioni che trasmettono e quel mestiere che c’è dietro le rendono così”.
Le fotografie dell’annata si mescolano a considerazioni sul suo ruolo: “Silverstone è stato il momento più importante, Pecco ha vinto senza essere il più veloce e questo lo fanno solamente i campioni, prima vinceva le gare in cui era il più veloce. Valencia è stato il clou a livello emotivo. è stato bello gioire assieme a molte componenti del progetto. Tra l’altro adesso imposteremo la nuova moto, è il momento in cui ti giochi tutto, dove si fanno le prove di durata dei componenti al banco, dove ti occupi del motore, dove scegli.. Mi sento un innovatore perché mi piace sviluppare cose nuove e ragionare in maniera diversa dal punto di vista tecnico e gestionale, ma sono anche un motivatore: gestire le persone è una delle cose più difficili che uno deve fare e riuscirci è bello. E onestamente mi piace perché l’ho fatto con persone diverse, in Aprilia e in Ducati. Sono come quell’allenatore che vince con due squadre, se l’avessi fatto con una sola squadra poteva essere merito della squadra, così ho invece maggiore soddisfazione”.