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Delneri: Juve, avevo Salihamidzic non Cr7 ma Agnelli scelse Conte

L'ex tecnico bianconero ricorda il suo anno difficile a Torino

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Delneri: Juve, avevo Salihamidzic non Cr7 ma Agnelli scelse Conte Fonte: ANSA

Veniva dalla Champions League conquistata con la Sampdoria di Cassano e Pazzini, aveva come fiore all’occhiello gli anni al Chievo dei miracoli ma Gigi Delneri non riuscì ad essere il Sacchi della Juventus quando gli fu offerta la panchina bianconera. Una scelta rischiosa che non pagò: un solo anno e poi via. L’ultimo in cui la Juve non vinse nulla, anno di (dis)grazia 2010-2011. Intervistato da Il Giornale Gigi Delneri ripercorre quella stagione difficile, chiusasi con l’addio dopo un deludente settimo posto.

Delneri rivela che non fu Agnelli a sceglierlo

Non fu Andrea Agnelli a fare il suo nome, Delneri dice: «Senza polemica, è la verità: fui effettivamente scelto da Marotta e Paratici. Avevamo lavorato benissimo a Genova e la Juve dell’epoca poteva permettersi il sottoscritto. Per il palato dei tifosi e per le loro abitudini, ci sarebbe stato forse bisogno di un Ronaldo anche in panchina. Va anche detto che a Torino non hanno voluto bene nemmeno ad Ancelotti, quindi sono in buona compagnia».

Delneri fu sostituito da Conte

«Agnelli era gà all’epoca appassionato, competente. Capace di imparare, anche: ha dato continuità, costruendo una corazzata passo dopo passo. Quando c’ero io, non si potevano mica prendere certi calibri. Dopo di me prese Conte. Grande scelta. La storia ha dato ragione ad Agnelli: la Juve è tornata subito a essere la regina del campionato e non si è più fermata».

Delneri ricorda chi giocava nella sua Juve

Un alibi però c’è ed è la rosa che aveva a disposizione Delneri. La maglia n.7, per dire, non era sulle spalle di Ronaldo ma di Salihamidzic: «Un segno dei tempi, appunto. Mancava qualità in mezzo al campo: Pirlo e Vidal io non li ho mai avuti. E una rosa più profonda». Senza dire dell’illusoria parentesi Krasic.

In compenso, c’era Felipe Melo, protagonista del battibecco con Chiellini: «Scaramucce da vivere come tali. Melo era un solista dal carattere particolare, rude e istintivo: Chiellini lo juventino per antonomasia. Una certa incompatibilità di carattere era più che normale».

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