“Sono sempre emozionata quando devo tornare a Roma: adoro giocare di fronte al pubblico italiano. L’anno scorso non ho fatto un granché e stavolta spero di fare meglio perché amo questo torneo e questa atmosfera”. Mirra Andreeva, 18enne talento russo vincitrice a Dubai e Indian Wells, è una certezza della Top 10. Agli Internazionali di Roma è arrivata con aspettative alte, come quelle del pubblico. Per provare a far meglio nella cornice del Foro Italico, sarà guidata dalla sua coach Conchita Martinez, ex tennista pro e vincitrice di ben 4 edizioni. “Un paio di giorni fa ho scoperto che lei ha vinto qui quattro volte consecutivamente, penso sia un record e che nessuno abbia vinto più titoli consecutivi di lei qui a Roma. Spero che ora condivida con me qualche consiglio per provare a fare altrettanto”. Neanche di fronte alle statistiche, ai numeri, ai record, sente di essere cambiata un po’ dopo aver compiuto 18 anni: “Cerco di non farci attenzione, credo di essere ancora in Top 10, no?! Anzi, credo sia più facile non far caso al mio ranking, alla posizione o a chissà quale altro cambiamento in classifica. Io cerco di prestar più attenzione a quel che accade, a quel che devo fare e farlo al meglio”. L’ultima curiosità è per le chiamate elettroniche che così tanti problemi stanno dando al circuito. Con il secondo Slam alle porte, il problema comincia ora ad assumere dimensioni tali da non poter più essere ignorato. Occorrono risposte. “Beh, ho sentito che il Roland Garros reintrodurrà i giudici di linea – ha argomentato la n.7 del mondo – A me piace la chiamata elettronica perché si prende per buono quel che dice la macchina e non si può sindacare. Sui campi in terra però è diverso e non credo di esserne così sicura. Se dovessero reintrodurre i giudici di linea ne sarei felice, che si giochi così. Non sono affatto contraria, ma sarei d’accordo con qualsiasi decisione dovessero prendere”.