Non vinciamo in singolare da 49 anni al maschile, da quando Adriano Panatta conquistò davanti ai suoi concittadini quello che sarebbe stato il preludio alla grande corsa all’oro al Roland Garros. Ne sono trascorsi 40 anni dall’ultimo trionfo in campo femminile (Raffaella Reggi, 1985), ma l’armata italiana che marcia su Roma (ogni riferimento a fatti accaduti nella storia sono del tutto casuali e utilizzati solo a scopo evocativo) mai come stavolta vuol provare a fare le cose perbene.
E perché no, a cancellare un digiuno così lungo nel principale torneo nazionale, aperto dalla foto di rito con tutti i protagonisti dei trionfi di Davis e Billie Jean King Cup. Insomma, per testimoniare che davvero questa è l’età dell’oro del tennis italiano, serve interrompere il digiuno sul Centrale. Maschi o femmine che siano, l’importante è che qualcuno provveda alle consegne.
- Sinner ha l'occasione per regalarsi subita una "vendetta"
- Musetti alla prova del nove: se non ora, quando?
- Berrettini prima dell'erba vuol pensare in grande
- Cobolli e Arnaldi, questa può essere la settimana giusta
- Sonego e Darderi, le variabili impazzite
- Jasmine Paolini sfida il tabù del Centrale
Sinner ha l’occasione per regalarsi subita una “vendetta”
Logico pensare a Jannik Sinner come l’uomo in missione. E poco importa se lui, in conferenza stampa, abbia messo le mani avanti: “Mi accontento di vincere anche una partita, tutto quello che verrà sarà tanto di guadagnato”. Per carità, tre mesi di stop includono nel pacchetto anche un po’ di ruggine, ma Sinner a Roma va per vincere. E paradossalmente i tre mesi di stop potrebbero averlo persino aiutato a presentarsi in condizioni migliori. Se ritroverà subito il ritmo partita, allora per gli avversari saranno guai.
La lounge che gli ha preparato il presidente federale Angelo Binaghi non può restare sfitta troppo presto: l’Italia sogna di vedere Jannik trionfare domenica 18 maggio, alla faccia dei gufi e di chi ha fatto di tutto per screditarlo. Sarebbe il modo migliore per dimostrare al mondo intero che lui, l’innocente “sacrificato” sull’altare di un pasticcio del quale è stato solo vittima, è più forte di tutto e di tutti.
Con Roma non è mai stato idillio vero: 14 partite, 9 vinte e 5 perse, i quarti 2022 (ko. con Tsitsipas) come miglior risultato. Ma questo è un altro Sinner. E con tutta la rabbia che ha in corpo, chissà dove potrà spingersi.
Musetti alla prova del nove: se non ora, quando?
Numeri alla mano, il migliore italiano attualmente in circolazione sul rosso è Lorenzo Musetti. Che a Monte Carlo ha spinto Alcaraz in un angolo, salvo poi dover cedere il passo per infortunio. E che a Madrid ha ceduto a Draper in una semifinale tirata e un po’ buttata via.
Anche lui a Roma non ha mai fatto faville: un ottavo raggiunto (sconfitto da Tsitsipas) e poca gloria, con un parziale di 5 vittorie e 4 sconfitte (8-5 contando le qualificazioni) che non gli rende giustizia. Però Lorenzo ha trovato la top ten (è numero 9) e adesso vuole alzare l’asticella: se sta bene diventa difficile da arginare per chiunque. Il quarto di finale contro Zverev potrebbe essere la cartina tornasole, ma anche un’occasione da sfruttare. Insomma, nessuno vorrebbe ritrovarselo contro.
Berrettini prima dell’erba vuol pensare in grande
L’aria di casa potrebbe far bene anche a Matteo Berrettini, che senza qualche acciacco fisico (retaggio anche del passato) magari in questa primavera avrebbe potuto spingersi anche più in là. Matteo non è al top, ma è comunque cosciente di poter fare tanta strada.
Deve sfatare il tabù dei quarti di finale, scoglio invalicabile nel quale ha sbattuto nei primi 4 mesi dell’anno (a Doha, Dubai e Miami), ma sente che questa potrebbe essere la sua settimana. Anche se per un motivo o un altro a Roma manca da ben 4 anni: nel 2021 perse con Tsitsipas agli ottavi, due mesi prima di arrivare in finale a Wimbledon. Il bilancio al Foro Italico è di 7 vittorie e 5 sconfitte, con il quarto 2020 (ko. con Ruud) come miglior risultato.
Cobolli e Arnaldi, questa può essere la settimana giusta
Cobolli il torneo della Capitale lo sente in maniera particolare, lui che pur essendo nato a Firenze è romano doc. Un solo match di main draw vinto (con Marterer nel 2024) e tre ko., ma la finale vinta a Bucarest a inizio aprile sta lì a dimostrare che se vuole sul rosso il buon Flavio può dire eccome la sua, come dimostra il terzo turno conquistato a Madrid (ko. con Nakashima, tra i rimpianti e con una maledetta allergia).
A Madrid ha fatto ancora meglio Matteo Arnaldi, che s’è spinto fino ai quarti prima di cedere a Draper. Il ligure è in salute, ha dimostrato di potersela giocare anche con i migliori al mondo (altrimenti non batti Djokovic in due set, come fatto in Spagna una settimana fa…) e potrebbe fare la sorpresa, sempre ricordando che la terra non è il suo pane quotidiano.
Sonego e Darderi, le variabili impazzite
E poi ci sono Lorenzo Sonego e Luciano Darderi. Il torinese è un po’ in calo dopo l’ottimo avvio di 2025, con i quarti a Melbourne (ko. con Shelton) che avevano un po’ illuso. È reduce da una primavera costellata da tanti ko. e pochi sorrisi, ma a Roma potrebbe ritrovarsi, ricordando soprattutto la semifinale persa nel 2021 contro Djokovic, dopo aver eliminato Thiem (numero 4 del mondo) e Rublev (numero 7).
Darderi a Roma ha giocato praticamente soltanto lo scorso anno, battuto al terzo turno da Zverev (poi vincitore del torneo). Dopo mesi complicati ha vinto a Marrakech a inizio aprile, ma poi ha ricominciato a balbettare. Resta un po’ un’incognita: se sta bene può diventare difficile da arginare per chiunque, altrimenti resterà un po’ incompiuto. Poco o nulla da perdere avrà Mattia Bellucci: per lui questo è il primo viaggio nella Capitale.
Jasmine Paolini sfida il tabù del Centrale
In campo femminile logico pensare che tutte le speranze siano riposte su Jasmine Paolini. Che da quando è arrivato Marc Lopez ha cambiato marcia dopo un inizio di 2025 complicato. Le semifinali di Miami e Stoccarda hanno fatto capire che Jas sta tornando quella che vorrebbe essere, anche se a Madrid un po’ di malanni fisici l’hanno debilitata.
A Roma il suo bilancio è nettamente negativo: due vittorie e 5 ko., senza mai convincere troppo. Ecco perché c’è da invertire la rotta.