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Djokovic sempre più isolato, abbandonato da coach Vajda e sponsor

L'ex numero uno del ranking, Nole Djokovic, sempre più inviso anche agli sponsor: al centro per le polemiche per le posizioni no vax, è stato mollato dallo storico coach

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Il re è solo (oltre che nudo). Senza più filtri, avvolto da una diffidenza alimentata dalle sue mezze verità quando si è trattato di ricostruire che cosa fosse accaduto immediatamente prima degli Australian Open durante i giorni della sua positività e dalle sue dichiarazioni no vax, Novak Djokovic sta perdendo, uno dopo l’altro, i componenti di un cerchio magico edificato sulla sua eccezionalità.

Novak Djokovic, le polemiche per aver mentito in Australia

Come è stato eccezionale e irriverente nel talento, figlio di una Serbia rinata dopo un conflitto abominevole che però ha individuato in Nole un riscatto sportivo e politico decisivo che ha indotto anche le massime istituzioni serbe, presidente compreso, a esporsi per lui quando l’Australia andò a trattare sotto la superficie.

Oggi sappiamo che Djokovic ha salutato il suo storico coach, un demiurgo che ha plasmato e addomesticato il talento straripate del più grande tennista serbo contemporaneo e forse anche il più forte del circuito, anche se colpito.

Djokovic, lo strappo con Marian Vajda lo storico allenatore

Marian Vajda, allenatore da tempo immemore al fianco di Novak, lo ha abbandonato al pari di uno dei marchi storici che si sono affiancati all’ex numero uno del circuito ATP, la casa automobilistica Peugeot, che ha interrotto il proprio sodalizio con il campione travolto dalla scandalo seguito.

“Marian è stato al mio fianco nei momenti più importanti e memorabili della mia carriera – le parole del serbo – Insieme abbiamo fatto cose incredibili e mi sento molto grato per l’amicizia che ho con lui e la sua dedizione avuta negli ultimi 15 anni”, ha scritto Djokovic in questo day after sui suoi social.

“Anche se non farà più parte della squadra, farà sempre parte della mia famiglia e non potrò mai essere abbastanza grato per tutto quello che ha fatto per me”, lo ha ringraziato consapevole della forte carica emotiva che questa frattura comporterà per la sua stessa immagine, già vacillante dopo il caso dell’Adria Tour.

Djokovic: le prime polemiche dopo l’Adria Tour

Allora, quando ancora non aveva palesato certe posizioni rispetto ai vaccini e alla eventualità di vaccinarsi, Djokovic aveva deciso di organizzare un evento che risollevasse dopo il primo lockdown: com’è noto, i contagi furono notevoli, per la scarsa attenzione al distanziamento e all’uso dei dispositivi di protezione. Le critiche furono notevoli e già allora Nole fu travolto dalle critiche.

Certo, nulla se paragonato alla violazione delle regole anti Covid in Australia, quando di fatto ha sfidato il governo non fornendo una versione fondata sulla contrazione della malattia e consentendo, però, che emergesse la violazione della quarantena avvenuta addirittura acconsentendo a una intervista in presenza con L’Equipe.

Djokovic sempre più solo

Tornando a Vajda, lo storico non lo seguiva più ad ogni torneo, lasciando più spazio a un altro grande esponente del tennis balcanico, Goran Ivanisevic ora unico allenatore, visto il repentino strappo con Nole che mantiene invece nel proprio team i fisioterapisti Ulises Badio, Miljan Amanovic e il preparatore atletico italiano Marco Panichi.

“Non continueremo la sponsorizzazione”, ha detto Carlos Tavares, amministratore delegato di Stellantis rivolgendosi ai giornalisti, prima della presentazione del piano strategico a lungo termine del gruppo.

Peugeout volta le spalle a Djokovic: sponsor infastiditi

Formalmente la scelta non è legata alla decisione di Djokovic di non vaccinarsi e di sostenere pubblicamente questa sua posizione, ma in questa fase storica qualche sospetto sulla coincidenza ripetuta di tempi e circostanze lascia intendere che vi siano legittimi sospetti che questa posizione non sia gradita dagli sponsor.

E Lacoste, storico marchio legato al tennis e allo stesso Nole? Per ora non si sono ravvisate fratture, ma non è da escludere che le cose cambino e molto velocemente, se Djokovic continuerà nella sua personalissima battaglia sul filo di lama. E delle regole.

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