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Djokovic: "Sinner ricorda me". A Shanghai il passaggio di consegne tra il dominatore di ieri e di domani

Dal fuoriclasse serbo l'investitura di Jannik: "Toglie il tempo agli avversari, proprio come facevo io". Nole al top non riesce a più reggere il ritmo dell'azzurro.

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Rino Dazzo

Rino Dazzo

Giornalista

Se mai ci fosse modo di traslare il glossario del calcio in una nicchia di esperti, lui ne farebbe parte. Non si perde una svista arbitrale né gli umori social del mondo delle curve

C’è un aspetto forse più importante e significativo degli altri nella vittoria di Jannik Sinner su Novak Djokovic nella finale del Masters 1000 di Shanghai. Già altre volte il rosso di San Candido aveva battuto il fuoriclasse serbo, in un match delle ATP Finals 2023, alle finali di Davis dello scorso anno e in semifinale agli Australian Open dello scorso gennaio: erano state tutte partite tiratissime. Stavolta Sinner ha vinto tutto sommato in scioltezza. In due set, in modo estremamente autorevole. Un segnale non da poco.

Djokovic e l’investitura di Sinner dopo Shanghai

A Shanghai, con tutta probabilità, c’è stato il definitivo passaggio di consegne tra il dominatore del tennis di ieri, Nole, e quello di domani, Jannik. O meglio: di oggi e di domani, nell’ambito di un duello a distanza con Alcaraz che promette di infiammare la scena tennistica del prossimo futuro. E il primo a essersene accorto, evidentemente, è lo stesso Djokovic. Che al termine della finale persa contro l’altoatesino, suo antico fan, ha sostanzialmente proceduto all’investitura di Sinner. Da un re al suo successore.

Tennis, così vince Jannik: l’analisi perfetta di Nole

“Sinner è veloce e aggressivo, ti toglie il tempo: ricorda me“. Così Djokovic ha iniziato la sua analisi in sala stampa. “Il suo servizio è migliorato tremendamente, è diventato un’arma importante, è sempre più aggressivo da fondo e appena ha una palla più corta da attaccare, prende l’iniziativa. Jannik è molto solido col diritto e col rovescio, non commette molti errori e cerca di togliere tempo all’avversario. È quello che ho fatto io per diversi anni”, ha ammesso il campione serbo.

Oggi Djokovic al top non vale il confronto con Sinner

Ci ha provato Nole a dar filo da torcere al più giovane avversario. E ha ceduto con l’onore delle armi. A testa alta, da campione qual è. Ma ha ceduto, pur avendo giocato al massimo delle sue attuali possibilità. Ed è un dettaglio non da poco. “In carriera ho cercato di giocare un tennis ad alto ritmo, provando a soffocare gli avversari in un certo senso. L’obiettivo è proprio questo, far sentire i tuoi avversari costantemente sotto pressione, far valere la tua velocità, la tua presenza in campo. Lui ora riesce a farlo molto bene, quest’anno è stato impressionante”.

Djokovic alle ATP Finals: decisivo l’exploit in Cina

Con l’exploit di Shanghai, comunque, Nole ha di fatto messo al sicuro la partecipazione alle prossime ATP Finals di Torino, ritrovato un tennis di alto livello che mancava dal torneo olimpico vinto a Parigi. “Il livello del mio tennis è stato buono per tutto il torneo, credo di aver giocato anche una buona finale. Penso di essere ancora in grado di affrontare questi giocatori che sono i migliori del mondo. Centesimo titolo? Arrivarci sarebbe la ciliegina sulla torta, continuerò a provarci ma non è questione di vita o di morte, ho raggiunto i miei obiettivi”.

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