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Doveva essere il nuovo Zidane alla Juve, ora fa il barista

La storia di O’Neill, talento sprecato che ha dissipato tutto tra donne e cavalli

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Donne e cavalli sono stati la sua rovina. Un motto che magari andava di moda tra i nobili dell’800 ma che vale anche per un ex calciatore talentuoso, bruciato dai vizi (anche l’alcol) e dalla testa matta. Fabian O’Neill poteva essere un altro Zidane: il numero 10 uruguayano a Cagliari sembrava un fenomeno, lo volle la Juve e lo assaggiò anche il Perugia ma la sua carriera è solo un elenco di rimpianti.

Dalle stelle alle stalle, O’Neill ora fa il barista

Giocando a calcio era comunque riuscito a guadagnare un bel gruzzolo ma oggi O’Neill non ha niente più, come ha rivelato lui stesso a El Pais. Sbarca il lunario dando una mano nel bar “La Nueva Lata”, a Montevideo.

“ Il mio agente Paco Casal mi ha fatto guadagnare tanti soldi, poi se li ho persi è stata soltanto colpa mia. Non ho più nulla ho sperperato un patrimonio di 14 milioni di dollari, ho speso persino quello che non avevo”. Oggi O’Neill ha 43 anni e vive a casa della suocera con la terza moglie e il figlio Favio, calciatore come lui.

È povero, ammette, ma felice. “Non mi dà alcun fastidio essere povero. Al contrario, oggi sono anche più felice perché sono circondato solo da persone vere che si aiutano a vicenda senza secondi fini”. Fabian ripercorre così la sua vita di eccessi, tra donne, alcol e scommesse sui cavalli.

La carriera di O’Neill tra donne e alcol

Senza rimpianti: “Ho fatto sempre ciò che ho voluto e me la sono goduta. Le donne s’innamoravano del mio lato festaiolo e ubriacone, salvo poi volermi cambiare. Ma non è mai stato possibile, nessuno avrebbe mai potuto cambiarmi, nemmeno uno psicologo. Sono fatto così, ribelle e orgoglioso”.

Nel giugno di tre anni fa ha subito un intervento chirurgico alla cistifellea. Avrebbe dovuto restare tre anni senza bere, ma l’astinenza è durata appena un mese: “Va meglio almeno con le scommesse perché non ho più soldi per poter giocare. I migliori ricordi da calciatore? A Cagliari. Quando retrocedemmo in B ricordo che mi fermai sulla spiaggia e i tifosi mi gridarono ubriacone, dopo il ritorno in serie A li andai a cercare perché ricordavo i loro volti e quella volta facevano a gare per offrirmi da bere”

A TuttoJuve confessò i motivi del flop in bianconero: “Alla Juve non sono riuscito a rispettare le aspettative. Ho giocato in una squadra piena zeppa di fenomeni, da Del Piero a Zidane ma non ero grande quanto loro. Però a distanza di anni, al sentir nominare la parola Juventus mi vengono in mente tanti bei ricordi. È sempre una bella e affascinante Signora. Ringrazierò per sempre la società per l’opportunità che mi aveva dato”.

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