Sul campo il Napoli ha appena inflitto alla Juventus una sconfitta epocale, destinata a restare nella storia del calcio italiano e ad entrare tra le pagine più nere del club bianconero, maltrattato 5-1 al Maradona nella partita che nelle speranze di Max Allegri avrebbe dovuto rilanciare definitivamente i bianconeri nella corsa allo scudetto.
- Napoli-Juventus, 50 anni di rivalità: campo, mercato e non solo
- De Laurentiis, Agnelli e la battaglia dei fondi: "Così ho usato Andrea"
- Rapporti Figc-Lega, Gravina e il "pranzo della pace" con Andrea Agnelli
Napoli-Juventus, 50 anni di rivalità: campo, mercato e non solo
Le cose sono andate diversamente, complice qualche discussa scelta di formazione e l’oggettivo divario tra le due squadre già scavato durante tutto il girone di andata, ma l’eterna rivalità tra i due club e le due tifoserie, in essere di fatto da oltre 50 anni, dal famoso trasferimento di José “Core ‘ngrato” Altafini dagli azzurri ai bianconeri nel 1972, va ben oltre il campo e da un decennio a questa parte ha riguardato anche le due presidenze.
Andrea Agnelli da una parte e Aurelio De Laurentiis dall’altra sono stati fieri avversari a 360°, dal mercato, pensando al clamoroso passaggio di Gonzalo Higuain in bianconero dopo pagamento della clausola rescissoria da 90 milioni, alla politica sportiva, fino alle diverse visioni all’interno della Lega Serie A e alla delicata gestione degli effetti della pandemia di Coronavirus, che toccò l’apice della tensione in occasione del rinvio dello scontro diretto dell’ottobre 2020 dopo la direttiva arrivata dall’Asl di Napoli.
De Laurentiis, Agnelli e la battaglia dei fondi: “Così ho usato Andrea”
Ora che alla Juventus l’era Agnelli è finita, travolta dallo scoppio dell’inchiesta Prisma relativa a presunte plusvalenze fittizie e “manovra stipendi”, De Laurentiis ha rilasciato dichiarazioni sorprendenti riguardo al rapporto con l’ex presidente della Juventus. “Ho usato il signor Agnelli perché mi serviva che lui mi andasse in c… ai fondi” l’ammissione del numero uno del Napoli a ‘Report’. “Se entrava un fondo non gli sarebbe stato permesso di fare la Superlega, per questo lui si è scagliato contro i fondi” ha aggiunto ADL.
Il riferimento è alla nota questione relativa al presunto ingresso nella Lega di fondi d’investimento estero, pratica da tempo in uso in altre nazioni europee calcisticamente all’avanguardia come la Spagna, ma che in Italia ha sempre trovato la decisa avversione dei top club della Serie A, con in testa proprio De Laurentiis, convinto che il calcio italiano sia in grado di andare avanti con le proprie forze, a costo di sfidare la “dipendenza” dei bilanci delle società dagli incassi da diritti televisivi.
Proprio la quasi certezza che il prossimo bando per la cessione dei diritti tv non garantirà gli stessi introiti del triennio 2021-24 aveva spinto la Lega Serie A a sondare il terreno nel campo del private equity, ma l’idea di cedere una parte dei ricavi della Lega, circa il 10%, in cambio di 2 miliardi di euro, con relativi benefici per i bilanci delle società, non ha convinto le grandi del calcio italiano. “Quei morti di fame della Lega, per un tozzo di pane, stavano vendendo i prossimi 7-8 anni a un fondo” ha poi aggiunto De Laurentiis.
Rapporti Figc-Lega, Gravina e il “pranzo della pace” con Andrea Agnelli
Alla fine, quindi, è tutto sfumato, ma resta la sorpresa per l’ammissione di De Laurentiis, così come resta il quadro dei rapporti tesi all’interno della Lega. A provare a svelenirli era stato il presidente della Federcalcio Gabriele Gravina attraverso la partecipazione ad un pranzo organizzato da Agnelli il 23 settembre 2021, insieme all’allora presidente della Lega Serie A Paolo Dal Pino e ai presidenti di alcuni club, tra i quali però non c’era il Napoli di De Laurentiis.
Proprio durante la puntata di Report sarà trasmesso l’interrogatorio completo reso lo scorso aprile da Gravina ai magistrati dell’inchiesta Prisma che indagano sui conti della Juventus: “Il pranzo fu promosso da Dal Pino per verificare la possibilità di dirimere contrasti all’interno della Lega e nei rapporti tra la Lega e la Federazione. Partecipai solo per cortesia e non presi alcuna posizione sul tema diritti, perché al di fuori delle competenze della Federazione. Ricordo che mi sono limitato a esprimere la mia preoccupazione per lo stato dei rapporti tra Lega Serie A e Figc”.