Dopo essere stato fulminato su punizione da Leo Messi nella gara delle qualificazioni ai Mondiali il portiere dell’Ecuador Hernan Galindez è riuscito a scambiare la maglia proprio con il fuoriclasse argentino. Non poteva immaginare, però, che i tifosi della Tricolor si sarebbe sollevati contro di lui: nato a Rosario, la città di Messi, e in possesso di doppio passaporto Galindez è infatti stato accusato di tradimento dai supporter ecuadoriani.
- Messi in gol contro Galindez in Argentina-Ecuador
- Ecuador, il portiere Galindez nato a Rosario come Messi
- Ecuador, per i tifosi Galindez traditore per la maglia data a Messi
Messi in gol contro Galindez in Argentina-Ecuador
Una parabola perfetta, un tiro delicato e letale scoccato dal sinistro di Leo Messi ha deciso lo scorso venerdì la sfida tra Argentina ed Ecuador, valida per le qualificazioni Conmebol ai Mondiali. Del tutto incolpevole il portiere della Tricolor Hernan Galindez, la traiettoria disegnata da Messi sopra la barriera sarebbe stata imprendibile per qualunque numero uno al mondo. Tuttavia non tutti hanno pensato lo stesso così in Ecuador.
Ecuador, il portiere Galindez nato a Rosario come Messi
Galindez è infatti finito nel mirino dei tifosi dell’Ecuador per quanto avvenuto a fine partita. Al termine dell’incontro con l’Argentina, il portiere ha chiesto a Messi di scambiare le loro maglie: un gesto che ha destato più di un sospetto tra i tifosi della Tricolor. Oltre a essere un fan di Messi, infatti, Galindez è anche un suo concittadino: è nato a Rosario, la città della Pulce, e gioca con l’Ecuador perché in possesso di un doppio passaporto. “Lui mi ha segnato per la prima volta – ha raccontato Galindez a fine gara -. Eravamo vicini di casa a Rosario e abbiamo la stessa età”.
Ecuador, per i tifosi Galindez traditore per la maglia data a Messi
Per una fetta di tifosi dell’Ecuador la scena dello scambio della maglia unita al retroscena svelato da Galindez sono bastate per accusare il portiere di tradimento. Agli attacchi piovuti sul web, però, il numero uno dell’Ecuador ha risposto in prima persona, dopo il successo ottenuto dalla Tricolor nella seguente partita contro l’Uruguay.
“Mi hanno detto che mi sono fatto fare gol apposta – ha raccontato Galindez -. Mi hanno rinfacciato di non essere attaccato alla maglia e per questo l’avrei scambiata con Messi dopo una sconfitta. Sapevo che avrei ricevuto critiche ma non mi importava perché l’avevo fatto per la gioia di mio figlio di sei anni. Mi ha fatto male sentire che non amo questo Paese. Vivo in Ecuador da 12 anni e penso di aver dimostrato molto rispetto e affetto. Ma mi rinfacciano sempre che non sono nato qui. Ho lottato molto per essere ecuadoriano, non dimenticherò mai il giorno in cui ci sono riuscito”.