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Eredità Maradona, mistero sul patrimonio: scoperte due casseforti

A Dubai sarebbero state rinvenute due casseforti da aprire in cui potrebbero celarsi beni di Diego Armando Maradona. Strani movimenti e operazioni finanziarie nel mirino degli inquirenti

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La perdita di Diego Armando Maradona è un lutto ancora da elaborare, inaccettabile se quanto si profila dovesse tradursi in uno stato di appurato abbandono, nonostante le possibilità e anche gli affetti che attorniavano el Diez. Ma che non hanno saputo proteggerlo.

Se Claudia Villafane rimprovera all’ultima compagna, Rocio Oliva, il ritorno di Diego alle sue debolezze che ne hanno compromesso la salute e la stabilità emotiva, è purtroppo evidente che quanti hanno circondato Maradona nei suoi ultimi mesi di vita lo avessero anche isolato dalle figure a lui care. Con l’amarezza che la verità giudiziaria, che ci verrà restituita, arriverà comunque tardi, perché non restituirà Diego né alla sua famiglia, né a quanti hanno amato lui e quel calcio denso di valenza politica e sociale.

La svolta nelle indagini: falsificata firma di Maradona

Da una parte le indagini per appurare le cause del decesso pare siano a una svolta per via dell’accertamento della falsificazione della firma di Maradona, elemento che apre nuovi scenari anche per il neurochirurgo Leopoldo Luque, dall’altra proseguono su un binario parallelo gli accertamenti per quantificare la reale entità del suo patrimonio.

Secondo quanto riportato da Gazzetta.it, l’ultima novità sul patrimonio del campione argentino riguarda la scoperta di due casseforti a Dubai, dove Maradona ha vissuto. I due forzieri sono ancora sigillati e, conoscendo le abitudini del Diez, potrebbero contenere oggetti o cimeli dal valore inestimabile.

Ritratti, numeri 10, autografi e altri ricordi del Pibe de Oro diventati indelebili. E dal valore non quantificabile, dopo la tragica scomparsa di Maradona il 25 novembre scorso.

Com’è noto non è affatto banale quantificare il patrimonio accumulato da Diego, complice la rete creata dal suo avvocato, Matias Morla per gestire contratti, sponsorship e altri importanti accordi commerciali. Ma non solo: in molti casi sarà necessario chiedere anche la collaborazione di Governi stranieri, come già accaduto con le autorità venezuelane e cubane dove Maradona possedeva beni immobili, azioni societarie e partecipazioni ad attività imprenditoriali.

La stima del patrimonio di Maradona

Al momento, da una stima approssimativa, il patrimonio del Diez dovrebbe ammontare a circa 500 milioni di dollari. L’ultima scoperta in ordine di tempo riguarda due misteriose casseforti ancora sigillate, che si trovano a Dubai insieme a due bolidi (una Rolls Royce e una Bmw) dal valore totale di circa 350 mila dollari. “Là dentro potrebbe esserci qualsiasi cosa, nessuno lo sa con esattezza. L’unico a conoscerne il contenuto era lo stesso Diego”, ha rivelato una fonte vicina ai familiari alla Gazzetta.

Nella cassaforte della casa di Buenos Aires, erano custoditi da Maradona contanti, una preziosa collezione di orologi e l’anello da 300 mila dollari che Diego ricevette in dono dal proprietario della Dinamo Brest quando venne nominato presidente onorario. Come provato a enucleare più volte anche dai media argentini, Maradona aveva accumulato beni immobili, auto di lusso (tra cui un blindato in edizione limitata), una serie infinita di cimeli (tra indumenti, ricordi e regali) e contanti distribuiti su diversi conti correnti (cinque quelli emersi finora tra Dubai, Argentina e Messico).

Proprio sui cimeli, sulle maglie in particolare è ancora viva la memoria di una lite furibonda con l’ex moglie, Claudia Villafane, con la quale è finito in tribunale. Nulla da sottovalutare, per il valore delle stesse.

Le persone che attorniavano Maradona

Altro aspetto da considerare, in questa continua e triste ricerca di quanto appartenuto a Diego è la sua corte, il suo entourage, insomma. Maradona era un calciatore unico, l’assoluto campione che da solo riusciva a dare da lavorare a 40 persone tra specialisti, tecnici, consulenti e quei consiglieri che, forse, non sempre gli hanno dato suggerimenti corretti.

Da uomo generoso, aveva tenuto a tutelare le ex compagne, Veronica (madre di Diego Fernando) e Rocio, comprando loro appartamenti e fornendo una sorta di “vitalizio”, come ammesso dalle stesse. Avrebbe anche voluto riconoscere tutti i suoi figli (oltre ai cinque che portano il suo cognome) e aiutarli, economicamente.

I dubbi degli inquirenti su alcune operazioni

Nelle ultime ore sono emersi movimenti strani anche su alcune carte di credito intestate al fuoriclasse argentino: su tutti, diversi pagamenti effettuati da Rocio Oliva nei giorni successivi al decesso dell’ex compagno per acquisti di varia natura. Gli inquirenti hanno evidenziato “operazioni sostanziose e corposi trasferimenti di denaro dai conti di Maradona” ad opera anche di Matias Morla, il legale che curava gli interessi di Maradona. Ancora una volta, in attesa di giustizia.

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