Con la sconfitta del Setterosa contro l’Olanda nel torneo femminile la pallanuoto italiana perde l’ultima chance di tornare dai Mondiali di nuoto di Fukuoka con una medaglia d’oro: ieri, infatti, il Settebello era stato eliminato ai quarti dalla Serbia nella competizione maschile.
Mondiali di nuoto, pallanuoto: le eliminazioni di Settebello e Setterosa
Il Setterosa di Carlo Silipo può ancora conquistare la medaglia di bronzo nella finalina con l’Australia di venerdì mattina (ore 6 italiane), mentre domani il Settebello di Sandro Campagna sarà costretto a giocare la semifinale per il 5° posto e poi, sabato, la finale per il 7° o 5° posto.
L’olimpionico Sandro Bovo sui Mondiali di Settebello e Setterosa
Per Sandro Bovo, olimpionico col Settebello a Barcellona ’92 e oggi allenatore del Brescia, il vero rimpianto dell’Italia della pallanuoto ai Mondiali di Fukuoka è un altro: non aver sfruttato la chance di raggiungere la qualificazione olimpica. Il Setterosa l’ha mancata di un soffio: in Giappone entrambe le finaliste ottengono il pass olimpico.
Bovo, chi dovrà smaltire la delusione maggiore: il Settebello o il Setterosa?
Oggi il Setterosa è arrivato davvero a un passo dalla qualificazione olimpica e sappiamo che nei prossimi mesi sarà più difficile da ottenere rispetto a quella maschile, anche per una questione numerica (le partecipanti al torneo olimpico femminile sono 10, 12 quelle nel torneo maschile, ndr). Le azzurre sono state molto brave, hanno giocato alla pari con le nazionali più forti e sono andate molto vicine a una vera impresa con un percorso sorprendente.
Quali sono i rimpianti del Settebello?
Anche per il Settebello la qualificazione olimpica era alla portata, sugli azzurri c’erano maggiori aspettative, ma nel torneo maschile s’è visto che l’equilibrio è massimo, basta guardare i risultati dei quarti: chi ha vinto, anche la Spagna che molti davano per favorita, l’ha spuntata con un solo gol di scarto. Diciamo che a entrambe le nazionali è mancato un pizzico di c… In partite così tirate la fortuna conta.
A Silipo e Campagna, allievi di Ratko Rudic come lei, non possiamo muovere critiche?
Carlo Silipo ha compiuto un lavoro straordinario, gliel’ho detto personalmente. Da quando è arrivato lui il Setterosa ha avuto una svolta, lui e il suo staff sono stati bravi nel migliorare le azzurre a partire dai fondamentali: altezza sull’acqua, capacità di aggressione dell’avversario, tecnica individuale. Mi è piaciuto vedere per la prima volta l’Italia femminile giocare in pressing gran parte della partita. Questo significa accettare l’uno contro uno, abbandonando la zona a M con cui il Setterosa era legata dopo aver ottenuto tanto nella sua storia. È stata una svolta importante.
Ha qualche consiglio per Campagna?
Nessun consiglio per Sandro. Alla vigilia dei Mondiali c’era una maggiore aspettativa sugli azzurri perché dopo le Olimpiadi di Tokyo il Settebello ha cambiato meno rispetto ad altre nazionali. La sensazione è che si fosse aperto uno spazio per vincere, soprattutto dopo che la Serbia ha salutato i suoi fuoriclasse della generazione d’oro, quella del doppio oro olimpico consecutivo. Invece chi ha cambiato di più ha recuperato subito il gap. Insomma i serbi sono sempre i serbi, resta un po’ di amarezza perché si presentavano senza una stella come Dusan Mandic e poi la Grecia in semifinale sarebbe stata senza Aggelos Vlachopoulos, il suo leader. Ma il Settebello in questo momento resta una squadra che può vincere qualunque torneo.
Nel Settebello qualche giocatore non era al top, tra tanti Edoardo Di Somma, appena passato al Ferencvaros dopo aver fatto spesso la differenza nel suo Brescia.
Marco Del Lungo è stato molto solido tra i pali, come sempre, Francesco Di Fulvio ha giocato alla grande e anche Lorenzo Bruni ha fatto bene da centroboa. Edoardo Di Somma non ha dato l’apporto che ci si aspettava in fase di conclusione, ma nel Brescia ha un ruolo e in nazionale un altro. Da noi era più libero di giocare uno contro uno. In generale la condizione è importante: i giocatori delle nazionali vengono da una stagione lunghissima, c’è chi ha giocato 100 partite in un anno, avere alti e bassi è normale. Certo, in un quarto di finale dei Mondiali dovrebbe venire fuori la condizione migliore…
Quello del calendario internazionale troppo fitto è un tema di cui le istituzioni sportive sembrano non preoccuparsi.
Il calendario oggi è assurdo, anche perché appuntamenti come quello di Fukuoka perdono completamente di valore. In questi Mondiali ciò che contava era la qualificazione olimpica, chi vince l’oro è campione del mondo per 6 mesi perché a febbraio ci sono altri Mondiali a Doha. Prima, a gennaio, ci saranno gli Europei e poi a luglio le Olimpiadi. Un calendario così è un danno enorme per i club, che devono dare spinta al movimento, e mette a repentaglio la salute dei pallanuotisti. Giocare così tanto è un rischio. I Mondiali dovrebbero disputarsi ogni 4 anni, come accadeva una volta. Ad oggi l’unica manifestazione che conserva il suo grande valore è l’Olimpiade.